“A testa in giù per 20 euro”, dopo anni tornano gli italiani nei campi di pomodori

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Questa notizia, questo reportage, val la pena di dedicarlo al dottor Pagotto, imprenditore veneto che qualche settimana fa ha dichiarato, con costernazione che gli italiani “non hanno fame” e quindi non sono disposti ai sacrifici del cosiddetto ciclo continuo, rieferendosi al fatto che aveva difficoltà a reperire forza lavoro per la propria azienda.

Evidentemente, a volte, un alibi da luogo comune, tacita le coscienze meglio di una buona assunzione a tempo determinato.

Tra i nuovi schiavi bianchi del pomodoro pugliese. Oltre 800 italiani, secondo la Flai-Cgil, da quest’anno sono tornati nei campi del triangolo del pomodoro – Foggia, San Severo, Cerignola –  per il lavoro più faticoso, quello peggio pagato, e per questo appaltato ormai da anni dai caporali ai nuovi schiavi, prima africani e poi est-europei. Si guadagnano 25 euro per una giornata di lavoro che dura anche dieci ore, ma 5 vanno al caporale per il trasporto dalla città alla campagna, andata e ritorno.

Il reportage:

Foto “A testa in giù per 20 euro”, dopo anni tornano gli italiani nei campi di pomodori – Repubblica.it.

 

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