Ad esempio, io resto al Sud

Ad esempio, io resto a Sud! Può sembrare una frase all’interno di un lungo discorso sulla questione meridionale, invece è il titolo di un convegno che vuole tracciare linee guida per far ripartire il Sud e per consolidare l’identità meridionalista. L’evento, che si terrà domenica 10 agosto nel Palazzo di Città di Avigliano (PZ) alle ore 17, tratterà il rapporto tra economia e territorio, attraverso logiche di sviluppo sostenibile. Prenderanno parte alla tavola rotonda: Nicola Christian Rinaldi, imprenditore ed esperto in sistemi di e-governement/e-business, che presenterà la Piattaforma i-Sud; Mario Squillante, maestro di Mandolino e direttore artistico del Festival del Mandolino di Avigliano, che interverrà sul tema “il mio Sud”; il dottor Francesco Telesca, portavoce del Centro Studi Politeia, che presenterà il complesso rapporto esistente tra territorio e imprenditorialità giovanile; Giuseppe Sciretta, imprenditore e fautore della piattaforma i-Sud, che avrà il compito di relazionare sulle troppo spesso miopi politiche connesse alle energie rinnovabili; Giovanni Infantino, responsabile della Cooperativa Agricola 2000, che parlerà di recupero del territorio e valorizzazione delle colture tipiche; e, infine, Raffaele Vescera, giornalista e scrittore, che presenterà il suo ultimo lavoro editoriale dal titolo “Il Barone contro”.

A moderare l’evento sarà Antonio Panico, tra i soci fondatori dell’Associazione Briganti che, di concerto con i-Sud, ha promosso l’evento. Durante il corso del dibattito saranno spiegate quali possono essere le azioni concrete attraverso cui partecipare allo sviluppo economico del Sud, in modo da non essere costretti a emigrare, non essere costretti ad abbandonare la propria terra. Nel 2010, lo studio “Sviluppo, rischio e conti con l’esterno delle regioni italiane”, realizzato dall’economista Paolo Savona, ha messo in evidenza come di 72 miliardi di euro annui spesi dai cittadini del Sud per i propri acquisti, ben 63 miliardi sono destinati all’acquisto di beni e servizi prodotti al Nord: solo una parte dei residui 9 miliardi resta poi nel Mezzogiorno, essendo compresa in essi anche la quota di acquisti provenienti dall’estero. Tutto ciò si traduce in una vera e propria emorragia di risorse economiche che abbandonano il Mezzogiorno impoverendolo. Quest’appuntamento servirà anche a tracciare nuovi orizzonti imprenditoriali per valorizzare ed promuovere il made in Sud.

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