Alfabeto semiserio dell’emigrato terremotato puteolano nel Centro Italia

terremoto_lampadario

Io me le ricordo tutte quelle scosse del terremoto dell’Irpinia. Avevo due anni e mezzo. E mi ricordo pure la crisi del bradisismo di Pozzuoli. Mi ricordo l’evacuazione e lo spostamento al Villaggio Coppola. Ci chiamavano “terremotati”. E così ho passato i primi 6 anni della mia vita. Sentendomi “terremotato”. Mi ricordo pure quella giornata di primavera del 1985, quando finalmente siamo rientrati a casa a Pozzuoli. Dopo una diaspora non solo fisica.

La settimana scorsa Lucilla, che dirige Identità Insorgenti, mi ha chiesto come stessi, qui nelle Marche, a ridosso del cratere del sisma, e poi ha aggiunto: “ma visto che stai là, perché non scrivi un bel pezzo”.

Eh già, perché il destino a volte è beffardo e ti ripropone come un mantra, come un tragico deja vu, quello che credevi aver sepolto per sempre dentro di te. Come se ti afferrasse di notte per il collo e ti appoggiasse sullo stesso palcoscenico da cui credevi essere uscito di scena. E mi ricordo pure quando tutto ciò è successo: la notte del 26 agosto scorso. Si torna a ballare come negli anni 80.

Ho aspettato una settimana per scrivere, perché la paura, le ipocondrie, le psicosi obnubilano la coscienza, appoggiano sulla realtà una coltre che ti impedisce di “vedere” realmente quanto accade.

Allora eccolo, tra il serio ed il faceto, soprattutto faceto, il pezzo. Un personale alfabeto del terremotato puteolano emigrante, che sarei io. O meglio, del terremotato tout court. Perché se lo sei stato una volta finisci per diventarlo per sempre.

Marche, Anno Domini 2016.

AUTOMOBILE

Appendice delle quattro mura di casa, che il terremoto trasforma in malvagie arpie pronte a rubarti l’anima. Quando meno te lo aspetti. Di notte, da una decina di giorni, le automobili hanno salvato la vita e la serenità di molti degli abitanti dell’area a ridosso dell’epicentro del sisma. O semplicemente di chi era spaventato dai moti della terra. Coi vetri appannati, non alcove d’amore, ma luoghi dove abbandonarsi all’agognato riposo. La radio accesa. Qualche piumone. Lo schienale abbassato. Un occhio al cielo, in attesa dell’alba.

BOATO

E’ lugubre, profondo. Avevo due anni quando l’ho sentito per la prima volta. Un incubo dormiente, risvegliato. Senti che viene dal ventre della terra. Preannuncia sadico uno scuotimento a cui non riuscirai a sottrarti. Quando l’INGV nei suoi questionari post sisma ti chiede di paragonarlo a qualcosa, rispondo sempre allo stesso modo: non assomiglia a nient’altro che a se stesso. Ti schiaccia. E’ kantianamente sublime: atterrisce. Come il rimprovero del Padreterno (secondo il parere dell’autorevole teologo di Radio Maria).

CELLULARE

Diventa una sorta di protesi, più di quanto già non lo fosse. Per filmare l’ultimo atto del sisma che se ne va (ovvero il lampadario che dondola prima di finire su youtube) o come  pratico sistema di allarme. Esiste una app, infatti, che sfruttando la socialità dello smartphone e la rete di utenti, riesce ad avvertirti con qualche secondo di anticipo (dipende dalla distanza dall’epicentro) dell’arrivo di una scossa forte. Fondamentale stargate per comunicare con l’INGV (vedi sotto).

DIO

Due cose mi hanno stupito la prima volta che sono arrivato nelle Marche: la presenza di decine e decine di sexy shop e le bestemmie. Usate come un comune intercalare. Durante ogni scossa è un fiorire di invocazioni alle divinità, per lo più ridotte al rango di suino. Raramente canide (nonno Umberto, ottantaquattrenne che è cresciuto pure in Toscana, è il Petrarca del porcosuporcogiù).

EPICENTRO

L’Italia, paese di commissari tecnici e sismologi. La prima cosa che si controlla sulla mappa dell’INGV è il luogo dell’epicentro. Appuratolo si procede ad una determinazione empirica della magnitudo. E chi se ne fotte di quello che diffonderanno ufficialmente in un secondo momento. La potenza del terremoto è determinata dalla media di quanto dichiari tu ed i vicini di casa sui social.

FUGA

Funziona così: in ogni casa dalla notte del 26 agosto è stato determinato un piano di fuga ed ogni capo famiglia appronta una esercitazione che manco la protezione civile. Movimenti da replicare in caso di pericolo. Con il 6.5 del 30 ottobre la mia fuga dal primo piano a piano terra è stata di 7 secondi netti. Con l’handicap delle scale che oscillavano paurosamente e dei calzini con scarsissimo grip. Fenomenale. Da Uomo Ragno.

GENTE VESTITA

Qui a ridosso del cratere del terremoto, nessuno dorme più in pigiama. Auguri la buonanotte al vicino di casa e la mattina al risveglio lo vedi uscire dall’auto ancora in giacca e cravatta. Si dorme vestiti. Perchè “non si può mai sapere”…Per pudore nei confronti della sorte? Chissà.

HOTEL

La costa marchigiana, adesso, mi ricorda il litorale Domizio di quando ci evacuarono da Pozzuoli negli anni 80. Gli hotel sono diventati il surrogato di interi paesi sfollati. Che poi agli albergatori fa pure un po’ piacere perché se no chi cazzo ci sarebbe venuto a Porto Sant’ Elpidio a Novembre?

INGV

Nonostante un po’ ci provi a farti il pacco con la magnitudo (secondo il parere di autorevoli complottari ed aspiranti giornalisti) l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è, per chi vive nelle aree del sisma, una sorta di oracolo. Non si va più in chiesa, non si prega più il padreterno. Si accede via app alle notizie e ai responsi dell’Istituto.Si bestemmia (vedi alla D). Si contesta la magnitudo (cazzo impossibile io l’avevo sentita più forte!) come si direbbe “cornuto” all’arbitro che ha dato un rigore contro la propria squadra. L’unico aspetto negativo è che probabilmente manco all’INGV ci stanno capendo un cazzo di quello che sta succedendo (forza INGV, vi voglio bene).

LAMPADARIO

Un po’ come le zizze di Emily Ratajkowski, compare ovunque. Ed invece della esortazione #escile campeggia quella di #oscilla. Non esiste vittima del sisma che, fottendosene del piano di evacuazione empirico del proprio capofamiglia, non si sia attardato, rischiando la vita, per filmare il proprio lampadario che balla e postarlo su youtube. Spesso dall’oscillazione del lampadario si determina pure la magnitudo fatta in casa e fa media (alla faccia di quei farlocconi dell’INGV).

MAGNITUDO

Nonostante le lauree e lo studio costringano orde di geologi (inutili) a massacranti anni di lavoro e tirocinio, in Italia basta Facebook e un lampadario. Così si determina la potenza del sisma. Il dato empirico personale viene poi condiviso coi vicini di casa nel raggio di 200 metri quadrati. Il valore medio diventa quello ufficiale da contestare all’INGV e da postare su Facebook.

NOTTI INSONNI

In tutta l’area del cratere del sisma e nei paesi immediatamente a ridosso dello stesso è da dieci giorni che non si dorme affatto. O si dorme qualche ora in auto. Un occhio alle comunicazioni dell’INGV, l’altro al soffitto. Al mattino, dopo endovene di caffè, ci si confronta sui piccoli movimenti tellurici. Scazzottate e bestemmie col vicino se ha valori palesemente diversi dai tuoi. Forse era riuscito ad addormentarsi. E giù di invidia.

OSPITI

La personale proverbiale ospitalità napoletana non può mancare. E così negli attimi immediatamente successivi alla “botta” del 6.5, ecco allestito un rinfresco fuori casa. Immancabile tavolo tondo in plastica. Qualche sedia. Caffè, ciambellone, un paio di cornetti e anche del the (perchè qua siamo un po’ più a Norde e come la moglie di Cazzaniga a tanti il caffè non va. E neppure a me). Manco fosse il battesimo del primogenito.

PAURA

Non esclude nessuno. Anche il finto indifferente. C’è chi dorme in auto, chi in garage abusivi prefabbricati e chi dai piani alti si è spostato nel tinello a piano terra. Brandine come al militare piazzate vicino alla porta e mappa col punto di raccolta in testa. Ok, se la fa forte apriamo la porta e usciamo,. Già, peccato che l’ultima volta me l’ero dimenticata chiusa a chiave e mentre mia moglie rischiava la vita cercando la chiave io ero già fuori, catapultatomi dalla finestra. Perchè le donne, pure in caso di pericolo sono così schematiche?

QUINTO GRADO

…della scala Richter. E’ il punto di non ritorno. Se senti quella vuol dire che l’epicentro era vicino, l’ipocentro alto, la magnitudo personale intorno ai 7. Insomma è il primo livello che precede la bestemmia e l’applicazione del piano di evacuazione del capo famiglia. Assume le caratteristiche etimologiche di “botta forte”.

RICHTER

Dopo aver sostituito alla grandissima, con estremo carisma ed autorità, Mercalli, relegandolo in secondo piano, insieme alla sua scala è diventato importante tanto quasi l’Ingv. Tra i vicini diventa anche “Brighel”, “Ringhten”. Tra noi fantacalciari terremotati qualcuno l’ha messo pure nella formazione del venerdi sera. Nessuno se n’è accorto. La scossa più alta faceva media per la prestazione.

SKY TG 24

In casa è la all news per eccellenza. Se qualcuno cambia canale per guardare qualcosa di diverso rischia la vita. A casa mia la mattina del 30 ottobre nella stessa stanza c’erano due tv accese: tutt’e due sulla stessa emittente. Perchè, secondo mia moglie, si doveva vedere bene in tutti i punti della stanza. Però ti fregano: dopo mezzanotte mandano sempre le stesse notizie e rassegna stampa fino all’alba. Quando ti alzi l’Ansa ti fa un baffo, sai tutto di cronaca, sport e politica. Reciti gli editoriali di Gramellini a Memoria.

Telefono

Durante i minuti che seguono la scossa, diventi irraggiungibile. Ed allora realizzi che il cellulare serve pure per telefonare. Vedi Cellulare.

URLA

Le senti per tutta la durata della scossa, insieme alle bestemmie. Solo mia suocera, durante quella del 6.5, non aveva capito nulla e chiamava il consorte credendo che avesse un ictus in corso.

VISSO

Epicentro. Due cose di Visso ho immortalate nella mente: un cazzo di autovelox, gigantesco, che pure un ipovedente vederebbe ma io mai (quanti euro ti ho lasciato) e un perenne posto di blocco dei carabinieri (a Visso non è che avessero chissà quali alternative). Eroici.

ZUCKERBERG

Diciamolo chiaramente: il terremoto al tempo dei social è tutta un’altra storia. Facebook ti accompagna durante le nottate all’addiaccio, mentre l’amico a Cuba fotografa chiappe in spiaggia (che poi  commenta) e ti consente di esprimere il tuo ego trasmettendo fondamentali “live” dall’abitacolo dell’auto. Roba che chi ti osserva senza audio contatta la Farnesina perché crede ti abbiano rapito in Iraq e ti sia iscritto come Mario Magnotta all’Isis.