Asili nido e istruzione al Sud, l’ “errore tecnico” di Delrio diventa politico (e definitivo?)

Sono bastati cinque minuti, dalle 8:15 alle 8:20, per chiudere la partita sui fabbisogni di asili nido, confermando i tagli al Mezzogiorno e l’«errore tecnico grave» di cui pure aveva parlato il sottosegretario Graziano Delrio. Non è stata una decisione affrettata però, perché la Bicamerale sul federalismo fiscale, prima della seduta blitz conclusiva, aveva discusso a lungo del problema dei fabbisogni standard e in particolare degli asili nido posti a zero in tanti comuni del Sud, anche se alla fine ha deciso di lasciare le cose come stanno, «errore tecnico» compreso.

Così esordisce Marco Esposito, sul Mattino di oggi, commentando la chiusura del cerchio aperto qualche mese fa, sulla decisione, da parte del governo, di scegliere i criteri di determinazione per lo spostamento di fondi pubblici a seconda delle aree geografiche e dei comuni. Come da mesi il giornalista napoletano andava preannunciando e denunciando si è poi verificato, nonostante le false e velleitarie ipotesi di marcia indietro. E nonostante anche i parlamentari meridionali che, secondo quanto scrive Esposito, in commissione non solo non hanno mai preso la parola, ma in qualche caso neanche si sono mai presentati. Da destra a sinistra, all’unanimità, nessuno escluso.

Cosa cambierà nelle nostre vite? Il provvedimento dà attuazione al federalismo fiscale del 2001. Dal 2015, in pratica, i soldi ai singoli Comuni non saranno più assegnati in base alla spesa storica ma tenendo conto con la maggiore precisione possibile dei reali bisogni della popolazione per tutti i servizi gestiti dai Comuni stessi: dall’illuminazione al verde pubblico, fino alla manutenzione stradale.

Fatte salve due eccezioni non da poco: l’istruzione e gli asili nido secondo cui i trasferimenti avranno luogo in base alla “spesa storica”. Se quindi nel 2010 città popolose come Catanzaro, Giugliano, Pozzuoli, Casoria, Portici, San Giorgio a Cremano, Ercolano nonostante la popolazione non c’erano x (magari insufficienti) asili nido? Bene, non servono, non se ne costruiranno di nuovi. Non ce n’erano affatto? Bene, non se ne costruiranno altri.

Badate che, come ricorda Esposito, tale principio era stato ritenuto un “errore tecnico” dallo stesso vice Renzi, Delrio. Fatto è che non è stato corretto.

Secondo Esposito:

Il risultato economico di tale scelta è che non si sono riconosciuti 700 milioni annui di fabbisogno reale nel Mezzogiorno, ripartendoli tra i Comuni del Nord. [..]

L’obiettivo dei fabbisogni standard, va sottolineato, non è assegnare aiComuni i soldi per gli asili o per i vigili urbani bensì pesare il fabbisogno concreto della popolazione per ripartire risorse che non sono vincolate. Per capirsi, se Bologna vuole garantire asili nido al 40% dei bambini entro i tre anni, può continuare a farlo riducendo magari la spesa per la
manutenzione del verde o per l’illuminazione stradale, perché ciascun Municipio resta libero di fare le scelte politiche e sociali che ritiene più opportune. I fabbisogni standard servono a determinare quali risorse minime sia giusto che lo Stato garantisca(con imposte proprie o con la perequazione) a Bologna e ad altri 6.701Comuni delle quindici Regioni a statuto ordinario (nelle cinque Regioni a statuto speciale i fabbisogni standard non si applicano).
Quindi il tema non era togliere asili nido a Bologna per darli a Napoli, come pure si è detto nel dibattito, ma semplicemente assegnare alle popolazioni di Napoli e di Bologna il giusto peso. Calcolare per due voci importanti la spesa storica distorce sensibilmente il risultato.

Ora a poco servirà addurre il fatto che il presidente della commissione sia il leghista Giorgetti, la discussione si è sviluppata su blocchi territoriali profondamente omogenei e politicamente trasversali. Da una parte i rappresentati delle regioni del Centro Nord, da destra a sinistra passando per i 5 stelle. Dall’altra i rappresentanti (?????) delle regioni meridionali. Dibattito, una parola grossa, visto che proprio questi ultimi non hanno sollevato alcuna obiezione. Anche questa volta trasversalmente.