Basilicata: la “zezzenella” petrolifera d’Italia apre un nuovo pozzo

Quindici anni di trivelle hanno portato ad un innegabile abbassamento della qualità di vita dei lucani, che sono alle prese con povertà ed emigrazione, con il proliferare di pozzi di petrolio fra campi, parchi, ospedali, con laghi e sorgenti inquinanti da componenti usati nelle trivellazioni petrolifere, con la presenza di idrocarburi nel miele e nei meleti, con “anomalie di funzionamento”, con sfiammate, con acidificazione dei pozzi, con periodiche emissioni di idrogeno solforato e altri inquinanti in atmosfera.

Le autorità fanno poco, per ignoranza e perché accecati da royalties, i monitoraggi sono partiti con anni di ritardo e sono fatti per sport, l’informazione è lasciata nelle mani di volontari. E’ lampante, e basta solo andare in Val D’Agri e parlare con i lucani veri, non quelli che presentano il festival di San Remo.

L’Eni ha intenzione di trivellare l’ennesimo pozzo. Si chiama Pozzo Pergola in provincia di Potenza e dovrebbe essere trivellato a due-trecento metri di distanza da zone abitate del comune di Marsico Nuovo. Un oleodotto di sette chilometri poi partirà dal pozzo Pergola fino all’innesto verso Centro Oli di Viggiano. L’oleodotto attraverserà campi agricoli, vicino ad altre abitazioni, e sorgerà al confine con il Parco della Val D’Agri ed altre zone protette. L’area è soggetta a movimenti franosi, ed è classificata sismica uno, il grado maggiore di pericolosità. I residenti sono preoccupati per il potenziale inquinamento delle sorgenti idriche visto che pozzo ed oleodotto sono parte del vasto bacino idrografico del Fiume Sele fra Basilicata e Campania.

Quello che allora si può fare è di esprimere (entro il 10 Febbraio) la propria contrarietà al pozzo Pergola agli uffici ambientali preposti della Basilicata, in qualità di cittadini italiani. (Il Fatto Quotidiano)

 L’articolo completo:

Petrolio: l’ennesimo pozzo minaccia la Basilicata. Difendiamo quella terra – Il Fatto Quotidiano.

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