Beccalossi e la trave nell’occhio

Nella puntata di ieri di Servizio Pubblico è andato in onda l’ennesimo show della serie: la trave nell’occhio altrui.

Tra alcune consecutio temporum che gridano vendetta, ieri, l’onorevole di Fratelli d’Italia/An , Beccalossi, in un tripudio di criptoleghismo, in una melassa di generalizzazioni e luoghi comuni lombrosiani ha tracciato l’ennesima linea di demarcazione tra Nord civile e Sud incivile, con scarsa consocenza della realtà.

Dice la Beccalossi: Ci sono due Italie. nessun cittadino del Nord verrebbe in mente di guidare senza casco, patente o assicurazione… È una questione di mentalità” Le cronache recenti tuttavia, raccontano di gang truffaldine specializzate nell’RC auto in Veneto e Toscana, così vado a memoria supportato da Google, basta cliccare i link per la notizia. Non solo. La Stampa qualche tempo fa denunciava l’esistenza di un esercito di auto senza assicurazione a Torino, che di certo non è provincia del Rione Traiano. Cinquantaquattromila autovetture prive di contrassegno assicurativo, secondo l’Aci del capoluogo piemontese.

Dice ancora l’onorevole: “Le leggi ci sono, ma a Napoli trasgredirle è la normalità evidentemente. In Italia ci sono cittadini hanno un concetto diverso di legalità. Bisogna iniziare a usare il pugno duro“. 

Peccato che quello stesso concetto di legalità imporrebbe a chi fa politica, membri del parlamento compresi, di non manifestare all’esterno di un tribunale contro una sentenza (definitiva) di condanna della magistratura emessa verso chi evade il fisco. Così come lo stesso concetto di legalità imporrebbe maggiore trasparenza e “attenzione” nella scelta dei candidati nelle liste elettorali (anche di quelli che occupano abusivamente aree e terreni e che con la loro lista contribuiscono all’elezione di un sindaco e poi finiscono tra le pagine di cronaca nera).

Maggiore attenzione (e pugno duro) anche nella scelta dei componenti dei “carrozzoni” che organizzano grandi eventi o che gestiscono appalti pubblici.

E pari pugno duro, evidentemente, non è stato usato verso quelle aziende, con lo stesso accento dell’onorevole, che hanno sversato illegalemente rifiuti tossici, per anni, in Campania.

E magari quello stesso concetto di legalità, sconosciuto a noi napoletani, potrebbe illuminare anche le menti di coloro che, non proprio partenope,i chiamano “eroi” o “brave persone” dei mafiosi. L’ultimo caso l’ho raccontato ieri a proposito di quel sindaco emiliano.

Analogo pugno duro inoltre andrebbe usato anche a Savona, Crema, Treviso, Castello di Godego, Torino, solo per citare casi recenti, di più o meno giovani, che non si sono fermati all’Alt e che pure non hanno goduto di analoghe indagini sociologiche, etniche e genetiche, oltre che municipaliste.In quei casi si è parlato di semplice bravata.

Ed allora, abbiate pazienza, va bene il non aver alcun contraddittorio alla radio o in tv, ma continuare ad insistere con la doppia morale e la doppia “legalità” che gode di impunità solo perchè ha un accento diverso o è meglio vestita, genera soltanto una grassissima risata che smaschera la paradossalità di quanto affermate, luoghi comuni che aumentano l’intolleranza, e la lacerazione di un paese.

Lo ricorderemo agli elettori alle prossime elezioni regionali campane. Il loro voto conta meno. Puzza. Figlio di un “concetto diverso di legalità”. Buonanotte.

Il video:

2 Risposte a “Beccalossi e la trave nell’occhio”

    1. ha detto anche di peggio, tipo che a napoli la gente preferisce spacciare piuttosto che lavorare per 1200 euro al mese. Chi guadagna 1200 euro al mese in realtà è un privilegiato. Si lavora anche per 2-3-400 euro al mese…

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