Che un legame forte e indissolubile tra la città partenopea e l’Argentina, esistesse da anni, è un dato incontrovertibile. Perché un giocatore argentino, 26 anni fa, elevò nuovamente Napoli a rango di capitale? Probabile…O forse perché la bandiera nazionale ha gli stessi colori della squadra di calcio che della città è anima? Probabile anche questo.
In realtà, un gentile lettore, mi ha segnalato un articolo dell’edizione online de Il Corriere Canadese (corriere.com) che, in un articolo del 2005, riporta i risultati di una ricerca effettuata dall’Università di Toronto. Una ricerca che dimostra che, in fondo, quel legame sottile, fatto di emigranti dall’uno e dall’altro capo dell’Oceano, è ricambiato. Nei fonemi e nella lingua.
A Buenos Aires si parla lo spagnolo con accento napoletano. Anzi, non esiste lingua al mondo che si avvicini altrettanto all’intonazione partenopea. A questo risultato è approdata una ricerca dell’Università di Toronto e del Conicet, il Cnr argentino.
L’accento, però, sostengono i ricercatori dell’Università di Toronto, non è una sintesi delle differenti intonazioni della lingua degli immigrati.
«E per questo non abbiamo dubbi – conclude Jorge Gurlekein – che a Buenos Aires si parli spagnolo con accento napoletano».
L’arte di “arrangiarsi”, ampie capacità di problem solving esaltato dalle circostanze e dall’ambiente mentre ad altre latitudini fiumi di inchiostro e tempo, viene sprecato sullo “ius soli”…
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