Calabria: al posto della discarica, il mulino “social”

  
Non è il set di una pubblicità con Banderas e le sue improbabili creazioni gastronomiche. E non è neppure una discarica o, almeno, quello avrebbe dovuto essere. Ed invece nella Calabria dimenticata dal Padreterno e pure dagli uomini , succede che la popolazione, con l’aiuto dei social si riappropria dei suoi spazi.

Siamo a San Floro, nell’entroterra catanzarese, su una collina di 4 ettari: gelsi, pini, fichi e grano (Senatore Cappelli) a perdita d’occhio. Quasi a 360 gradi, ma poi lo sguardo precipita in un burrone, una fossa che è ancora una ferita per i 600 abitanti del paese: in quella enorme vasca di 40 ettari, con una capacità di “abbanco” di 3 milioni di metri cubi, da qui a poco sarebbe sorta l’isola ecologica di Battaglina, la discarica per rifiuti solidi e speciali più grande d’Europa. Una pattumiera da 300 tonnellate al giorno, vasta più di Malagrotta, alla quale il comitato No Bat e i cittadini dei comuni di San Floro, Girifalco, Borgia, Amaroni, Cortale, Settingiano e Caraffa, supportati da Legambiente, hanno saputo opporsi con tutta la proverbiale passione che i calabresi nutrono per la propria terra. Alla fine di maggio, la Regione , dopo dure battaglie burocratiche e giudiziarie, ha annullato il decreto per la concessione dell’area alla società che avrebbe dovuto costruire l’ecomostro. Resta una voragine incolmabile e un’indagine della Procura.
Stefano Caccavari

Stefano Caccavari
Le famiglie si abbonano all’ orto di Stefano
Nei campi di Stefano Caccavari, studente in Economia aziendale all’università Magna Grecia di Catanzaro, si coltiva “L’orto di famiglia”, progetto agricolo di custodia della territorio. Social e innovativo: aggrega dal vivo (ma anche attraverso il web) le famiglie del circondario, coinvolgendole nella lavorazione della terra, rigorosamente bio. Per tornare a mangiare come un secolo fa. Ma la formula è nuova: «Propongo in abbonamento 100mq per coltivare in sei filari ortaggi di stagione – spiega Stefano – io e la mia squadra ci dedichiamo alla semina e alla crescita delle piante, senza usare concimi chimici. Gli abbonati vengono il sabato a raccogliere i frutti». Sono partiti in 10, adesso sono in 100 (numerosi i professori dell’università e i professionisti della zona). Considerata la lista d’attesa, fra pochi mesi gli ortisti di famiglia saranno 500. Ottantamila euro il reddito raggiunto da Stefano in meno di un anno di attività. Così a San Floro, nel cuore della Calabria, è nata una bio valley. Che attira turisti e vip di passaggio, come gli ospiti del Magna Grecia Film Festival, che si è appena svolto a Catanzaro Lido.(fonte: food24 del sole 24 ore)

Risale al 14 febbraio scorso la prima richiesta di fondi da parte di Stefano. Ed i soldi sono arrivati dall’Italia e dall’estero.

Agricoltura di qualità , biologi al, eccellenze enogastronomiche che insieme al turismo costituiscono i driver principali dell’economia meridionale. Driver pronti a combattere contro  le speculazioni del territorio fatte di petrolio, monnezza e cattedrali nel deserto utili solo a prendere finanziamenti.