Carmine Schiavone: «Mio figlio ragiona come un ragazzo del Nord»

Io mi sono sempre chiesto a cosa pensano i camorristi, quando lasciano contaminare la mia terra dai veleni provenienti da altre regioni d’Italia.

Mi sono sempre chiesto a cosa pensano quando chiedono il pizzo a fine mese, riducendo l’economia locale ad una vacca da mungere senza ritegno fino a farla morire, costringendoci all’emigrazione.

Mi sono sempre chiesto a cosa pensano quando in pieno centro, tra la gente, regolano i propri conti, senza curarsi di chi gli sta intorno. Lasciando solo l’odore acre del sangue a terra.

Mi sono sempre chiesto perchè, altrove, tolgano il camice bianco da macellai ed indossino giacca e cravatta, diventando accettabili uomini d’affari.

Mi sono sempre chiesto, perchè trattano la loro terra come un cesso.

Oggi, l’intervista al pentito Carmine Schiavone, è stata per me illiuminante. Ecco come risponde ai microfoni di Sky:

 Particolarmente scioccante quando parla della scoperta di suo figlio Francesco, arrivato alla maggiore età, di chiamarsi Schiavone e non con il nome di copertura. «Lui – dice il pentito – credeva che il padre lavorasse per i servizi segreti e che avesse un altro cognome. Gli ho detto, tu sei uno Schiavone e dovevi diventare un camorrista». La reazione? «Mi ha risposto, papà hai fatto bene (a pentirti ,ndr). Mio figlio ragiona come un ragazzo del nord». Dal che si evince che Schiavone ritenga essere del sud una sorta di marchio genetico. Ma non c’entrano i marchi genetici con gli sversamenti di rifiuti industraili tossici – per inciso del nord Italia – che l’hanno spinto a pentirsi. Racconta: «Decisi di uscirne quando vidi che uccidevano anche i bambini prima di nascere con tutti quegli sversamenti». Sversamenti sui quali camorristi ed industrie del nord hanno fatto valanghe di soldi. (fonte Sky,Il Mattino, Il Corriere del Mezzogiorno)

Ed ho compreso che lo stato di minorità indotto, alla fine produce una degenerazione tale, violenta, nelle menti di costoro, che porta alla distruzione della stessa terra,comune, che ci ha generato.

L’onesto, per questo signore, ragiona come un ragazzo del Nord, al contrario di noi altri, marchiati territorialmente e geneticamente da una tara che ci vorrebbe funzionali ai loro interessi. Complici di un sistema in cui siamo accadimenti, incidenti non rilevanti. Sistematicamente omertosi davanti al welfare che offrono, dietro i silenzi e le omissioni dello Stato.

Per costoro, noi giovani e vecchi che ragioniamo da Sud, siamo monnezza. Siamo il referto di un medico che diagnostica, con una clessidra, lo scorrere fin troppo rapido dei nostri giorni.

Siamo il pianto per un’attività commerciale fatta saltare in aria per esserci rifiutati di pagare il pizzo, e per un futuro e dei sogni sepolti con la merda del pregiudizio, fomentato altrove, e che loro stessi contribuiscono a creare ed alimentare.

Siamo i Campi Flegrei, uno dei litorali epici della Magna Grecia, dove dal lungomare di Baia Domizia fino a Pozzuoli costoro hanno interrato rifiuti tossici, provenienti dalle terre dove “si ragiona da onesti”.

Siamo i figli di una città, che ha perso la possibilità di potersi chiamare “onestamente casalese” perchè identificata con le loro maniere ed i loro comportamenti criminali.

Questo siamo, per l’illustre intervistato.

Poi  conclude: «la mafia non sarà mai distrutta perchè ci sono troppo interessi, sia a livello economico, sia a livello elettorale. L’organizzazione mafiosa non morirà mai».

Ed allora, caro Schiavone mi auguro che una generazione si batta ad ogni costo, per dimostrare a lei e agli altri che è capace di riprendersi con le buone e le cattive quanto le spetta. Nonostante voi e le innumerevoli connivenze tessute intorno al vostro sistema.(“Pagavo 2 miliardi e mezzo di benzina al mese, 500 milioni al mese andavano per la corruzione. Mantenevamo caserme, carabinieri e Guardia di finanza. Un totale di 3 miliardi al mese di spese“.)

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