C’AVITE ACCISE / Da Libero alla RAI: sbatti il salvinismo e l’antinapoletanità in prima pagina

Stamattina l’edicola e cartoleria “Gargiulo” di piazza Medaglie d’oro di Napoli ha affisso un cartello che ci è piaciuto molto, naturalmente,  dedicato ai lettori di Libero: ”Per rispetto a Napoli e ai napoletani questo giornale oggi non lo vendo”.

Il cartello si riferisce all’indegna prima pagina del giornale di Feltri, che stamattina titolava con un bel “PIAGNISTEO NAPOLETANO” producendosi in un tristemente noto collage, mischiando il calcio con l’assenteismo, gli “inciuci” del PD coi “morti” della Sicilia (i siciliani sono partenopei…non lo sapevate?) e scopriamo, grazie alla sagacia lumbard, anche – visto che ci troviamo – che siamo colpevoli di aver  Higuain e di aver dimenticato che abbiamo comprato Maradona (ma come, non vi siete accorti che nel Napoli gioca ancora Maradona?)

E menomale che ci sono i lumbard a ricordarci che Napoli ha più statali dell’intero Nord (nientemeno? E’ cresciuta così tanto la popolazione partenopea negli ultimi anni?), che  abbiamo gli assenteisti (i quali, magari, fanno anche comunella con giornalisti piuttosto noti, neh?) , che il calcio Napoli ha torto anche quando viene letteralmente derubato da arbitri “distratti”, che a Napoli c’è commercio di tessere del PD ( nel 2013, quando Gentili denunciò lo scandalo del tesseramento “a saldo” per il PD milanese, Milano era ancora provincia di Napoli…) e via discorrendo. Conclusione, per il Feltraccio nazionale:  “Non se ne può più”.

Sapete che vi diciamo? Ci tocca dargli ragione stavolta. Lombardi e veneti sono esasperati e vogliono l’autonomia.

Non ne possono più, giustamente, dei continui scandali nella Sanità (no, non il quartiere di Totò, eh, dove gli ospedali li tagliano), della frode milionaria del San Raffaele di Napoli, del Mose di Aversa, del Monte dei Paschi di Nola, del massacro di Taranto e Bagnoli per mano dell’Ilva di Caserta, del crack di Parmalat (che si chiama Parmalat ma, in realtà, ha sede legale a San Giuseppe vesuviano).

Hanno ragione ad essere stanchi, poveri lettori di Feltri, perché percorrono quotidianamente l’unica tratta urbana a pagamento d’Europa, i cui soldi vengono intascati dalla famiglia Benetton di Santa Maria Capua Vetere. Sono stanchi di morire intossicati dai rifiuti tossici sotterrati dalle aziende criminali del Sud sotto il loro naso. Sono stanchi di fungere da colonia interna per un mercato protetto che ha i capitali in una parte del paese ed il mercato di sbocco nell’altra, senza concorrenza, dato che le poche imprese sopravvissute fanno fatica a restare in piedi.

Ma soprattutto, non ce la fanno più i poveri padani a vedersi ogni giorno discriminati, derisi, umiliati e derubati, indicati come il male assoluto dai media nazionali, in un paese in cui sono sempre più ospiti e sempre meno graditi.

Come accade, ad esempio, per Tuttosport, rinominato dai tifosi TUTTOSPORC ed alla cui guida c’è un “negro da cortile” napoletano, che scomoda Totò e titola la prima pagina con un “Ma fateci il piacere”, facendo ricorso a tutti i pregiudizi, gli stereotipi e i luoghi comuni  a disposizione pur di attaccare i partenopei e difendere la Juventus (a proposito, i padani sono stanchi pure di mantenere la famiglia Agnelli di Cercola e la loro fallimentare e drenasoldi fabbrica di automobili).

E che dire, infine,  del caso del reo confesso Gianni Cerqueti che ha dichiarato di essere preoccupato per la sua incolumità, per via delle zozzerie dette da lui e i suoi compari nella diretta Rai del dopopartita della Coppa Italia disputata tra Juve e Napoli qualche giorno fa? Tranquillo, Giannino. Se a Napoli avessimo voluto fare del male ad ogni pennivendolo, personaggino qualunque, politico, opinionista che ci ha lanciato infamie addosso, a quest’ora l’Italia avrebbe meno abitanti di Malta.

Per vostra fortuna a Napoli abbiamo di meglio da fare che occuparci del nulla.

Come la manifestazione dell’11 marzo per respingere Salvini ma soprattutto il salvinismo: quella corrente pseudopolitica, pseudointellettuale, pseudotutto che ha fatto dell’antimeridionalismo in primis, e dell’intolleranza in genere, il suo marchio di fabbrica.

Perché, vedete, ve l’abbiamo appena dimostrato: non c’è bisogno di avere in tasca la tessera della Lega per essere leghista. E i leghisti ci fanno orrore, in tutte le salse.

Anche per questo ci auguriamo che saremo in migliaia, a Napoli, a respingere Salvini  e il suo bagaglio di antinapoletanità, smettendola di lamentarci solo sui social e dimostrando al barbaro invasore, civilmente e come l’edicolante Gargiulo, come – insomma – solo noi sappiamo fare, che i rifiuti tossici, da questo momento, li rispediamo al mittente…

Drusiana Vetrano per Identità Insorgenti