Chi ascolta le proteste dei lucani?

Immagino che in pochi sappiano che in questi giorni a Potenza è in corso una serrata protesta contro lo “sblocca Italia (altrimenti definito “trivella libera”, proprio perchè darà la possibilità di “spertosare” il sottosuolo lucano, onde succhiare barili di petrolio). Giusto 7-8 righe dell’Ansa. Per non turbare evidentemente la serenità del Presidente del Consiglio che definì “comitatini” tutti quelli che si battevano contro la disruzione di un territorio che del petrolio non sa proprio che farsene.

“Richiamate i vostri uomini, fateli venire da qualsiasi paese straniero si trovino e dite loro che qui finalmente c’è lavoro”. Urlava Enrico Mattei cinquant’anni fa dai palchetti allestiti nei paesi lucani. Lo aveva scandito anche a Ferrandina, mentre dava il via alla prima trivella della regione.

E invece non solo non solo gli uomini non tornarono, ma continuarono ad andarsene pure le donne, i figli ed i nipoti. Altro che sviluppo, giusto qualche buono  da un centinaio di euro, una elemosina ai soli patantati, che, con la benzina alle stelle, di certo non aiuta e royalties che neanche ai paesi africani pagano. In Basilicata siamo intorno al 7-8% in qualche caso si arriva al 10. Pensate che le royalties in Norvegia ed in Indonesia sono all’80% in Libia al 90. I petroleuro caduti in Basilicata hanno arricchito le multinazionali del petrolio e lo Stato italiano. La Basilicata resta la regione più povera d’Italia.

Ma le compagnie petrolifere, col benestare dei governi succedutisi nel tempo, si sono messe in testa di abbeverarsi ancora di più alle mammelle del petrolio lucano. “Il petrolio si serve della marginalità e del sottosviluppo”, nota l’antropologo Enzo Alliegro. Altro che Texas, altro che “Libia di casa nostra”, come andava dicendo l’entusiasta governatore Vito De Filippo, Pd. Dopo decenni di trivellazioni Potenza non è Dubai, la Val d’Agri non ha l’aspetto di un emirato.

Uno dei leader della mobilitazione potentina di questi giorni spiega ad Identità Insorgenti che l’obiettivo è :

 

Impedire le trivellazioni e la creazione di nuovi opifici in Basilicata, in totale ne sono previsti undici. Abbiamo contattato tutti i sindaci inviando loro una richiesta di delibera a mezzo mail pec per esprimersi contro lo “sblocca Italia” proprio per fare pressione sul Presidente della regione Basilicata alcuni sindaci hanno deliberato, altri ancora no.Con il via libera alle trivellazioni, la nostra situazione peggiorerà ulteriormente, dal punto di vista ambientale e non solo. Abbiamo le cosiddette “zone no-food”, conseguenza di azioni compiute all’oscuro dei lucani. Vogliamo evitare questi disastri. La nostra economia non si basa sull’industria, ma sull’agricoltura, il turismo e tutte le attività connesse e una volta danneggiato l’ambiente, avremo solo malattie. I dati sono allarmanti, Matera risulta la provincia con più alto tasso di tumori in Italia. A questo si aggiunge il problema dell’emigrazione con il conseguente spopolamento ed è inaccettabile dal momento che la Basilicata è la regione d’Italia più ricca di risorse ma al tempo stesso più povera economicamente e con tassi di disoccupazione da capogiro.

 

Neanche il contentino si stabilire la sede sociale in Basilicata in modo da lasciare traccia delle tasse pagate sul territorio. No, neanche quello. Con un modus operandi sempre più vicino a trattamenti di carattere coloniale.

Mò Bast.