Come ti smonto Rizzo, Stella e il libropanettone

Qualche giorno fa ho pubblicato un post che cercava in qualche modo di replicare al nuovo libropanettone natalizio di due autorevolissime firme del giornalismo italiano, per carità, dal titolo “Se muore il Sud”. Un testo che seppure nelle intenzioni vorrebbe avere il merito di “svegliare” (ricordatevi che state pur sempre parlando ai figli ed ai nipoti di chi, quasi a mani nude e senza l’aiuto di alcuno, in quattro giorni s’è liberato delle truppe di occupazione naziste) la popolazione meridionale, applica il principio con una serie di assunti non proprio (per onestà intellettuale) corretti. E, soprattutto con la spocchiosa, ed ormai stucchevole e stantia, presunzione d’esser titolari di virtù legate geneticamente al territorio piuttosto che all’indole e al libero arbitrio di un individuo.

Il Movimento Unione Mediterranea, guidato dal giornalista Marco Esposito, con una campagna di volantinaggio all’esterno delle librerie dove Rizzo e Stella presentano il libro, mettono in evidenza alcuni aspetti ritenuti fuorvianti.

Ecco il testo del volantino:

Per una sana lettura, piccolo prontuario su bugie e omissioni di Stella e Rizzo.

Pag. 11: “Per un lavoratore che percepisca uno stipendio di 2000 euro, il suo salario ‘reale’ ammonta a 1712 euro se vive nella regione lombarda, e ben 2350 euro se vive in Calabria”.

Falso. A parità di prodotti acquistati (indagine Nielsen su 120.000 prodotti identici) la regione più cara d’Italia è proprio la Calabria. Gli autori (in buona compagnia) fanno il tifo per salari e pensioni più basse al Sud, con la scusa del presunto maggiore potere d’acquisto. In realtà al Sud c’è minore capacità di spesa e quindi si acquistano prodotti di costo e qualità inferiore.

Pag 72: Gli autori parlano di “riscrittura della storia”, citando affermazioni come “la spoliazione delle cospicue riserve auree del Banco di Sicilia e di quello di Napoli a favore delle esangui casse dei Savoia”. E commentano: “Non è vero? Chissenefrega! L’importante è raccontarlo, polemizzare, fare politica…”

Chissenefrega? Che nelle Due Sicilie ci fossero più riserve auree di tutti gli altri stati preunitari sommati è un fatto. Ma, soprattutto, è la Banca d’Italia a certificare che il divario tra le due Italie è successivo e non precede il 1860.

Pag 180: “Nel periodo 2006-2013, il numero dei progetti monitorati in sette anni da Opencoesione (…) sono addirittura raddoppiati schizzando a 679.393. Uno ogni 88 abitanti. Con un finanziamento medio di 146.159 euro. Una follia”.

Se è una follia perché non spiegare che la regione che vanta più progetti è la Lombardia? Sono 298.842. Più che in tutte le otto regioni del Mezzogiorno. Uno ogni 26 abitanti. Spesa media sotto i 5.000 euro. E a Verolanuova (Brescia) sono stati finanziati 4792 progetti su 8190 residenti. Ci sono già stati Stella e Rizzo?

Nel libro, qua e là, si ricordano le responsabilità del Nord. Ma il segnale prevalente è che “se muore il Sud” è colpa dei meridionali. E quando si passa dalla carta stampata alla tv il messaggio diventa esplicito. A Uno Mattina, il 3 dicembre, Sergio Rizzo ha detto: “Napoli e Caserta sono ultime in classifica nella qualità della vita perché hanno la Terra dei fuochi, causata dalle loro (loro? sic, ripropongo l’emblematica telefonata)  fabbriche illegali che smaltiscono i rifiuti sulle strade e poi pagano i rom per farli incendiare”.

E’ falso come l’autore sa bene visto che a pag. 265 c’è un paragrafo titolato “Quei bidoni venuti dal Nord”.

Nessun riscatto è possibile se non prendi coscienza della tua storia, della tua forza e fai tesoro degli errori. Il Sud, come mostrano le marce in Terra dei Fuochi, a Taranto, in Calabria, in Sicilia sta ritrovando il proprio orgoglio e la voglia di lottare.

Quando alzi la testa, guardi lontano; e capisci chi e perché ti ha avvelenato.

Il popolo ora ha capito perché muore. E’ questo che fa paura?

Ed aggiungo, risparmiateci il solito refrain della mancanza di società civile. C’è e quando urla e vi fa storcere il naso, l’accusate di essere connivente con la camorra.

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