Controstoria della Liberazione. Le stragi ed i crimini commessi dagli Alleati al Sud

 

Creato il 04 dicembre 2012 

Controstoria della Liberazione. Le stragi ed i crimini commessi dagli Alleati al Sud

Non faccia, il titolo, storcere il naso ai puristi della liberazione dal nazifascismo. Non si appresteranno essi a leggere l’ennesimo invito al revisionismo storico. O almeno non a quello che loro credono.

Ci sono storie ed aneddoti sulla liberazione del Sud, poco conosciuti ( o taciuti) e che accompagnano, molto bene, le epopee dei vari Cialdini che dalla seconda metà del XIX secolo, hanno insanguinato il Mezzogiorno. Storie diffuse nel silenzio. Che pochi arditi sottraggono alle angustie degli armadi impolverati.

Un libro, Controstoria della Liberazione, edito da Rizzoli, scritto dal giornalista Gigi di Fiore, vincitore del Premio Fiuggi Storia per la sezione saggistica, apre alcuni di questi armadi. E racconta delle stragi e dei crimini dimenticati, commessi, dagli Alleati, nel Sud.

“una lunga serie di violenze e soprusi commessi dagli Alleati in Italia durante la difficile risalita della penisola: dai bombardamenti a tappeto, forse non tutti necessari dal punto di vista strategico, agli stupri di massa in Ciociaria, dove i marocchini del contingente francese ebbero in premio tre giorni di impunità per il coraggio dimostrato nello sfondare la linea Gustav: li usarono per saccheggiare le case e stuprare donne, uomini e ragazzi. Fino agli ottocento giorni dell’occupazione di “Napoli-Sciangai”. Si Scopre così il volto meno glorioso, dimenticato dai resoconti oleografici più o meno ufficiali, degli Alleati salvatori: la collusione con la mafia e la delinquenza, la corruzione, i regolamenti di conti, i colonnelli cinici che fecero i loro affari senza andare troppo per il sottile, i processi farsa del dopoguerra. Vicende scomode, e a lungo taciute, che ci obbligano a ripensare squilibri e fallimenti dell’Italia di oggi.”

Gigi di Fiore alza il tappeto mostrando la polvere che disturba e non crea eroi, nel paese dei terroni della memoria. Nel paese in cui a certe latitudini, si diventa eroi e partigiani. Ad altre, per le medesime imprese, si è solo scugnizzi o briganti.