Decreto Terra dei Fuochi: camorra ed industriali ringraziano

C’è una informazione che in pieno orgasmo da bella notizia esalta il nuovo decreto emanato per la Terra dei Fuochi.

In realtà, Accanto a misure che tamponano l’emergenza, ci sono altre che affossano ogni possibilità di recupero del territorio e non evitano infiltrazioni illecite. E soprattutto, udite udite, nella terra dei fuochi, così come in tutte le altre zone d’Italia con la presenza di siti ad alto tasso di inquinamento ambientale, chi ha prodotto il danno non pagherà nulla. La terra dei condoni.

Andiamo con ordine.  È la deputata del M5S Moronesi a porre in evidenza il primo problema:

“L’Art. 2-bis del Decreto Terra dei Fuochi è l’esatto copia incolla dell’art. 16 del Decreto legge 28 aprile 2009, n. 39 per il terremoto in Abruzzo. Quest’articolo, infatti, consente alle imprese in appalto e in subappalto di andare in deroga alle leggi Antimafia. Ne è autore il deputato Paolo Russo di FI con suo emendamento, votato a maggioranza alla Camera”. Lo dichiara la senatrice del M5S Vilma Moronese. Il decreto legge, modificato alla Camera, è infatti arrivato da poche ore al Senato. “Tra le righe della legge di riconversione – ha ribadito Moronese – è possibile già scorgere le prime gravi incongruenze rispetto a quanto dichiarato in pompa magna dal Governo nelle settimane scorse”. Il movimento 5 stelle è allarmato soprattutto perché teme che con queste norme “si ripeterà lo scempio già verificatosi nella ricostruzione in Abruzzo”. La senatrice ha poi concluso:”La Camorra ha avuto il via libera che aspettava; la Camorra ha già messo le mani sulle bonifiche come dice il Giudice di Corte di Cassazione Raffaello Magi nella sua inchiesta”.

Il che volendo essere complottisticamente realisti, spiegherebbe la logorrea di Schiavone nel rilasciare interviste Urbi et Orbi.

Il secondo problema, quello relativo al condono per chi ha inquinato, lo evidenzia un articolo de Il Fatto Quotidiano in edicola oggi:

La faccenda è talmente enorme che lo stesso servizio Studi della Camera non ha potuto che farla notare con inusitata crudezza: andrebbe indagata, scrive, “la compatibilità con il principio comunitario chi inquina paga”. Di cosa stanno parlando? Dell’articolo 4 del decreto Destinazione Italia, fortemente voluto dal ministero dello Sviluppo economico,quello intitolato “Misure volte a favorire la realizzazione delle bonifiche dei siti di interesse nazionale” e di cui vi parliamo nel giorno in cui la politica si fa bella dell’approvazione del decreto per contrastare l’emergenza ambientale nella Terra dei Fuochi.In sostanza, quello di cui vi parliamo è una sorta di condono: le grandi aziende che hanno inquinato il territorio italiano,spesso violando la legge, creando le cinquanta e più Terre dei Fuochi che costellano la penisola, ottengono un bello sconto su quanto devono alla comunità in risarcimento del danno. Di più: se saranno così gentili da firmare l’ennesimo“Accordo di programma” col governo per le bonifiche, la collettività pagherà un bel pezzo del dovuto, gli inquinator iavranno un credito d’imposta da 70 milioni e potranno purec ostruire nuovi impianti produttivi sui siti inquinati.Cosa prescrive, infatti, l’artico -lato sponsorizzato dal ministero per lo Sviluppo economico? Che per tutti i Siti di interesse nazionale (SIN) il modello “chi inquina paga”, imposto dalla legislazione europea, non vale se “i fatti che hanno causato l’inquina -mento sono antecedenti al 30aprile 2007”. Basta l’accordino con l’esecutivo e questo “esclude ogni altro obbligo di bonifica e riparazione ambientale e fa venir meno l’onere reale per tutti i fatti antecedenti all’accordo medesimo”. Trasportato in quel disastro che è la situazione delle bonifiche ambientali in Italia questo significa che dei 39 Sin attualmente riconosciuti ne restano fuori solo due: l’Ilva, che ha già la sua legge ad hoc, e il sito di Bussi sul Tirino, in Abruzzo, dove sonosfortunati e hanno ottenuto il bollino “Sin” solo nel 2008.

 

Il che se vogliamo è perfettamente coerente col principio che ha animato il via libera agli industriali, nel corso degli anni, ad inquinare senza rotture di scatole, per sostenere l’industria nazionale nel mercato globale. La concorrenza dell’estero le danneggia? Bene, offriamole questo bonus.

Nella Terra dei Cachi…i due signori qui sotto ringraziano…

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