E frulla, frulla la macchina del fango

Che da un pò di tempo fosse in atto una mirata campagna contro il meridionalismo e chi ne diffonde la voce era ampiamente dimostrato anche su queste pagine.

Dopo gli attacchi a Pino Aprile, Gigi di FIore, Gennaro de Crescenzo, Marco Esposito ad enti ed associazioni varie, è la volta del Comitato No Lombroso e del Comune di Motta Santa Lucia, che da anni si battono per la chiusura del Museo Lombroso.

L’antefatto: una scrittrice e ricercatrice, realizza un testo per smentire la vulgata di quei fetenti dei meridionalisti bobbonici sul razzismo di Lombroso. Il libro viene edito dalla casa editrice Salerno, in una collana diretta dal professor Barbero. Un libro che non mancherò di acquistare, perchè non si finisce mai di imparare e soprattutto perchè mi infastidiscono tutte le censure preventive, e le forme di inquisizione in generale.

Bene. Oggi il quotidiano La Repubblica titola:

Minacce alla studiosa che difende Lombroso.

Chi ha letto l’articolo parla di presunte minacce (meridionaliste??,sic!) alla studiosa che non ha potuto tenere la presentazione del libro a Motta Santa Lucia, il paese del presunto brigante Villella che da anni è impegnato per la restituzione del cranio del contadino custodito (ed esibito) dal Museo Lombroso.

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Sbigottito, cerco di contattare il sindaco di Motta Santa Lucia, il dottor Amedeo Colacino che, da quanto si deduce dalla lettura del pezzo, non sarebbe stato in grado di garantire la sicurezza della scrittrice. Insomma siamo arrivati a questo? Davvero è così in pericolo la libertà di manifestazione del pensiero? Che uno possa attendersi critiche a quello che scrive, mi sembra sia normale e fisiologico, ma..minacce?? In fondo si riescono a tenere presentazioni di libri di magistrati antimafia, tipo Grattieri, e non si è in grado di garantire la sicurezza di una studiosa che parla di Lombroso?

Purtroppo sono diventato diffidente, soprattutto perchè conosco l’universo meridionalista che per strada potete sì trovarlo a manifestare, ma da qui ad elaborare minacce per la pubblica incolumità mi sembra quanto di più lontano dalla realtà ci possa essere. Ed infatti il sindaco di Motta Santa Lucia scrive:

Vergogna !! Nonostante le mie precisazioni a Repubblica , sullo stesso quotidiano , di oggi , venerdì 28 Marzo , si scrive a caratteri cubitali che la presentazione del libro sul Lombroso e il brigante Villella , e’ stata rinviata per motivi di ordine pubblico. Basta fango alla Calabria e al mio paese Motta Santa Lucia. Basta falsità !!! La presentazione, come già da ieri dichiarato a Repubblica , al giornalista Massimo Novelli, e’ stata fatta semplicemente per presentare un altro libro sul brigante Villella, scritto dal prof. Cefali , in contraddittorio tra le parti. Visto le divergenti posizioni dei due libri. Niente di più . Ma nonostante ciò il giornalista di Repubblica ne ha fatto un caso. Se la presentazione del libro fosse stata rinviata a Torino, sede dello stesso giornalista, per gli stessi motivi, di trasparenza, non avrebbe trovato spazio neanche su una piccola testata locale.

Vergogna !!!

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In parole povere la presentazione sarebbe stata rimandata soltanto per dare modo di organizzare una contraddittorio, con due tesi differenti, tra due autori diversi.Nessuna ragione d’ordine pubblico.

Secondo quanto riferito dal sindaco, dunque, il caso sembra chiuso e a me sembra che si sia attivata una consapevole macchina del fango….

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PS: piccola nota a margine: si continua a voler parlare con saccenza e supponenza del fenomeno meridionalista, senza alcuna cognizione di causa, riducendolo ad una esperienza esclusivamente reazionaria (anche in questo caso se si avesse cura di intervistare il presidente dei neoborbonici si scoprirebbe che tanti assunti sono erronei) conservatore e, come scrive il giornalista di cui sopra, legittimista e violento. Questo è giornalismo superficiale. Se proprio si vuole indagare questo fenomeno ed esprimere un giudizio di valore nel merito, lo si faccia con cura ed attenzione. Si scoprirà che esso è complesso e molteplice e ,proprio per la sua molteplicità e per le attuali condizioni economiche e sociali del Mezzogiorno, al contrario dei fenomeni leghisti, tutt’altro che reazionario. Basta ascoltare, giusto per farsi una idea, la new wave dell’hip hop partenopeo.