Ecco come vogliono “far puzzare” la Basilicata

di Pino Aprile
«In Basilicata, sono state presentate richieste di altre 18 concessioni per ricerche petrolifere; una di quasi 500 chilometri quadrati, in mezzo alle migliori e più redditizie produzioni agricole della regione. Il 70 per cento del territorio lucano, a questo punto, sarà nelle disponibilità delle compagnie.»…
…Giuseppe Di Bello ha da aggiungere un’informazione che inquieta: «Ci sono degli imprenditori del Nord che contattano direttamente i contadini, cui propongono 1.500 euro a ettaro, per scaricarvi fanghi industriali. Su ogni ettaro, 22,5 tonnellate di fanghi. Ho partecipato a uno di questi incontri, in un hotel, ho anche fatto delle foto. Si sono presentati come un agronomo, un ingegnere, più uno che toscaneggiava.
A una quarantina di contadini hanno parlato a nome di una “Società specializzata”, il cui nome, però, non ho trovato nell’albo nazionale di quelle per la gestione
dei rifiuti industriali. Hanno mostrato una mappa della nostra regione, indicando le aree che ritengono più adatte alla loro opera di spargimento di fanghi. È curioso: coincide perfettamente con quella dei nuovi campi petroliferi, per i quali sono stati chiesti permessi di perforazione».
«E…?» (è chiaro che ha in mente qualcosa). «E… chi potrebbe dire, domani, ad attività estrattiva a pieno regime, che i metalli pesanti sono stati diffusi su quei
campi da impianti petroliferi, se già li avevano depositati i fanghi industriali?»

Da “Il Sud puzza. Una storia di vergogna ed orgoglio”.
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