Falsi e tarocchi made in Napoli? No, Roma e Prato

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Creato il 25 agosto 2012 da Ilazzaro

Il Mattino riporta oggi la notizia di una vasta operazione antri contraffazione compiuta in Italia.

L’origine, la destinazione e i mercati di sbocco dimostrano di quanto sia un fenomeno ormai globale. Tre grossi maxi sequestri effettuati: Venezia– Fiumicino – Roma.

La produzione? Da Prato per gli orologi, a Roma per gli occhiali griffati fasulli, alla Cina per i biglietti ferroviari tarocchi.

Ma il luogo comune identifica sempre nell’idioma partenopeo il venditore ed il produttore del falso.

ROMA – Il mercato del falso non ha confini: a partire dai più «tradizionali» orologi, passando per i biglietti ferroviari fino ad arrivare ai profilattici, praticamente tutto viene «copiato» e immesso illegalmente in commercio da chi opera nel mercato del falso . Le operazioni condotte dalla Fiamme Gialle lo testimoniano. Ecco alcuni dei casi che spiccano nell’attività di contrasto del primo semestre 2012.
OROLOGI, DAI ROLEX AI CARTIER – Le fiamme gialle di Venezia hanno scoperto un canale di smercio di falsi Rolex, Pathek Philippe, Cartier eBreitling destinati ai turisti stranieri che affollano la città nei mesi estivi. Ripercorrendo tutta la filiera sono giunti fino a Prato ove, in un appartamento-laboratorio dotato di cliché e punzonatrici, gli orologi in origine senza marchio venivano modificati.
OCCHIALI FASULLI – I finanzieri di Fiumicino hanno, invece, smantellato un’organizzazione che attraverso porti del Nord Europa importava «tarocchi», tra cui occhiali Ray Ban e Safilo e scarpe Hogan, Nike e Adidas e poi, avvalendosi di una fitta rete di dettaglianti, riusciva a smerciare rapidamente la merce. L’operazione «Luna Rossa», condotta con l’ausilio di sofisticati strumenti tecnologici, ha permesso di sequestrare otto milioni di falsi, di arrestare i 7 cinesi al centro dell’organizzazione, tutti residenti a Roma, e di denunciare 14 fiancheggiatori, cui sono stati sequestrati tutti i beni.
BIGLIETTI TRENO – Dalla Cina venivano anche i 2 milioni di falsi biglietti del treno «Leonardo Express», del valore di 14 euro ciascuno, scoperti al Porto di Livorno in un container che, ufficialmente, conteneva armadi metallici.

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