Fateci il piacere, basta con la lezioncina e la morale municipalista. Nun c’ scassat ‘o…

L’informazione ai tempi di internet avviene in questo modo, soprattutto per giornalisti o blogger in cerca di notorietà. Si guardano le tendenze di Google Trends e, per “acchiappare click” sul proprio sito, si scrive di quell’argomento. Ossia di quello che la gente cerca sul motore di ricerca.

Anche se non si sa nulla in proposito, lo si fa per tenere il proprio sito a galla e conservare la propria rendita di posizione di opinion maker. Così poi ti chiamano le tv, ti intervista Cruciani, scrivi un libro e tiri a campare.

Se poi l’oggetto diventa, direttamente o indirettamente, collegato a “terroni” e napoletani, il gioco diventa più facile perchè dai social alle tv, Napoli muove l’audience. E’ un dato di fatto.

Sei mariuolo e camorrista? E ti fanno la morale. Non lo sei? E si lamentano che tu non lo sia. Piangi? E ti dicono che sei plateale. Non piangi? E dicono che sei senza cuore. Spari a qualcuno? Sei un criminale. Vieni sparato e ucciso da qualcuno in un’altra città? Se sei di Scampia sei un criminale lo stesso. Se sei un napoletano virtuoso e di successo, o diventi italiano o, se proprio non lo si può fare a meno, diventi un napoletano “altro”, diverso, perbene.

Ieri l’acme della vicenda con giornalisti radical chic, antirazzisti militanti, think tank del pensiero politically correct e censori vestite da pin up che, pur non sapendo nulla della “napoletanità” (ignoro come facciano a definirne i contorni), hanno espresso giudizi di valore dal gusto assolutamente criptoleghista.

Pino Daniele è morto altrove ed era andato via da Napoli? Beh ha fatto bene perchè non voleva vivere quella “napoletanità”,  materia geografica fino ad un certo punto, visto che ha rapito gente come Virgilio, Leopardi, Pergolesi che infatti nella città sono rimasti anche da morti, o, ancora, come la buonanima di Lucio Dalla, che dichiarava di pensare almeno una volta al giorno a Partenope. Una condizione dell’animo che ti rapisce anche se sei nato a Bolzano e che ti unisce ad altri 99mila come te in piazza per ricordare qualcuno che non c’è più. E ti fa scrivere Je so pazz, Napul’è e Terra Mia. E ti fa creare la pastiera, la sfogliatella, il babà, il cuoppo col fritto di mare, e puparuol mbuttunat e quello che chiamate street food.

Perchè giù al Sud, da millenni le passioni si vivono in questo modo, che vi piaccia o no, siamo fatti così e le vostre censure o lezioncine sul come si sta al mondo diventano esercizi stilistici che sfiorano il razzismo e la noia. A proposito, se sindacaste abitudini ed ethos di altre latitudini  subireste processi mediatici e censure da qui all’eternità e vi giochereste pure la patente di antirazzisti di mestiere. Fatevene una ragione abbiamo una nostra identità forte e radicata e pazienza se non siamo come ci vorreste voi. Siamo altro (tanto altro che le lega non l’abbiamo inventata noi, ad esempio).

Tutto parte da un equivoco idiota che non capirete mai perchè fondamentalmente non vi scorre napoletanitudine nelle vene e  non avete senso di appartenenza, la stessa che crea radici e ti lega alla terra anche quando sei andato via. Odiava forse Reacanti, Leopardi? Odiava San Giorgio a Cremano, Troisi? Odia la Puglia o la Campania il Maestro Nuti? Odiano forse le proprie radici tutti coloro che si sono spostati per necessità, studio, lavoro, salute o per sfuggire alle persecuzioni della storia? No. E allora da due giorni ci state cuocendo alla pizzaiola quello che solo i napoletani capiranno. Perchè non conoscente neanche i testi e la discografia di Pino Daniele e la denuncia costante verso le condizioni in cui versa Napoli ed il Sud. Andatevi a leggere il testo di “Sud scavame ‘a fossa”:

Nuje nun simmo mangiaspaghetti,
nuje nun simmo nè terrone e nè fasciste:
nuje ch’ammo jettato ‘o sanghe
int’a sta Storia,
partimmo pe’ turnà
addò simme nate.

Vi sembrano le parole di chi fuggiva? Pinuccio probabilmente avrebbe riservato alle cose che scrivete lo stesso insulto che ebbe a rivolgere al senatùr, venendo, per questo, anche rinviato a giudizio.

Mentre il New York Times si stupisce con gioia di questa “affezione dell’animo”, in Italia questa “napoletanità” diventa disvalore. Fateci il piacere, anche se non riuscite a comprenderci, risparmiateci la vostra retorica radical chic, con la puzza sotto al naso e ch’è zizz ‘a for…Come direbbe Giuseppe Daniele, nun c’ scassate ‘o ca**..