I giorni della canapa in “Terra di Lavoro” (video)

Quando Terra di Lavoro non era ancora Terra dei Fuochi. Erano i giorni della raccolta della canapa che, per ironia della sorte, come scrivevo ieri, secondo una ricerca, potrebbe essere la chiave ecosostenibile per bonificare l’area dall’inquinamento del sottosuolo. Tornando ad essere risorsa e salvezza per le province del casertano.

Di quei prodotti in canapa ne serbo personale ricordo che, attraversando un secolo e tante storie, è giunti sino a me. Lenzuola, federe, asciugamani che in Terra di Lavoro venivano realizzati in canapa e servivano all’uso domestico.

Salvatore di Vilio ne ha fatto un libro per immagini che così descrive:

Questo è il nome che ho dato al mio libro di ricerca sulla canapa in Terra di Lavoro. Un libro frutto di un lavoro durato circa 30 anni. Dopo aver cercato e poi custodito fondi fotografici appartenenti a persone direttamente interessante al processo di coltivazione e lavorazione della canapa, e dopo aver fotografato, come testimone oculare diretto, gli ultimi anni della canapa in Terra di Lavoro, ho finalmente pubblicato questo libro,

Ed ancora:

Vi è documentata ogni fase del ciclo di lavorazione. Perenne memoria di una “fatica” dura, massacrante, in certi casi “bestiale”. Un documento umano unico, esemplare di un tempo che fu. Nei volti degli ignari protagonisti, sebbene segnati e scavati dal lavoro, si avverte un senso di libertà e di amore verso un lavoro pesante e faticoso, che, nel bene e nel male, contribuiva ai loro magri bilanci familiari.
Nella seconda sezione è invece presente l’altro filone della ricerca di Salvatore Di Vilio, iniziato negli anni Ottanta. Le sue foto documentano la dismissione di un sistema di vita e di una cultura intimamente legata alla coltivazione della canapa.

E conclude:

Pertanto, il segno preminente di questo libro è legato alla “cultura del lavoro”: è un atto d’amore per gli “anonimi interpreti” che, “ingoiati dal buio del tempo che passa, cancellati dalla memoria collettiva”, con i loro “volti” e “gesti” ci fanno rivivere una stagione che rischiava di essere del tutto dimenticata. Questo affresco di un recente passato è come un avvertito richiamo per i nuovi e altre “massacranti” condizioni lavorative della nostra epoca, di cui la cronaca ogni giorno ci riporta temperie e guasti

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