Gli archivi storici russi gettano nuove ombre sui (non) aiuti italiani durante il terremoto di Messina

 

Gli archivi storici russi gettano nuove ombre sui (non) aiuti italiani durante il terremoto di ...

28 dicembre 1908. Una scossa lunga 37 secondi devasta Messina e Reggio. 120mila circa i morti. Un’Italia ancora giovane ed immatura si prepara ad affrontare la tragedia.

E’ così acerba ed immatura che non sarebbe cresciuta molto nei secoli a venire, nei confronti proprio del Mezzogiorno.

Nel suo ultimo libro, Pino Aprile, tratta l’argomento citando un pezzo di storia poco conosciuto (e taciuto) : Cosa muove il montante risentimento di una città comunemente definita “babba” (diciamo: inerte, per non offendere) come Messina? Incredibilmente, il recupero della memoria dei soccorsi dopo il terremoto del 1908: arrivarono diecimila bersaglieri, con un milione di pallottole e cominciarono a sparare sui superstiti “sciacalli”, anche se a rubare i beni delle vittime, si scoprì, erano soprattutto i militari. e in parlamento si propose di rivolvere la faccenda, bombardando le macerie, sotto le quali erano, sepolte ma vive, migliaia di persone.

Ed aggiunge che furono aperti degli uffici mobili delle neonate poste italiane, riservate ai soli militari. Inspiegabilmente proprio dalle due città disastrate, partivano ingenti quantità di ricchezze private, destinate ad…altre regioni.

Qualche anno fa, l’Associazione culturale “Messina-Russia”, il console generale della Federazione Russa a Palermo, Vladimir Korotkov., dopo la desecretazione, voluta dal presidente Putin, su alcuni documenti dell’ex Polizia segreta, relativi proprio al terremoto di Messina, mette a disposizione del materiale che getta nuove ombre sulla vicenda Si tratta della corrispondenza diplomatica intercorsa tra i rappresentanti del governo russo in Italia e i loro referenti in patria: rapporti, relazioni, resoconti fin nei minimi dettagli di quanto fatto dai marinai, da ogni singola squadra di soccorso. La Russia insieme all’Inghilterra giunsero con le loro navi per fornire assistenza.

Ecco un estratto_:

Nella relazione (6 gennaio 1909) del vice-console russo di Catania leggiamo: “bisogna notare anche l’opera dei marinai inglesi delle navi“Sutley” e “Minerva” che in accordo hanno aiutato i nostri.  Invece nonostante la presenza a Messina di tre sue navi militari, il Governo Italiano, fino al 1° gennaio, non ha fatto nulla per prestare soccorso alle vittime e non ha neanche adottato alcuna misura per porre fine alla sciacallaggio [….] I nostri marinai per fortuna non hanno subito alcuna perdita e i due marinai dispersi della “Cesarevic”, di cui avevo relazionato a Sua Eccellenza, sono stati ritrovati. Per quanto mi è dato sapere non erano presenti a Messina cittadini russi ad eccezione del figlio del nostro console a Nissa [Serbia] Tchakhotine con la moglie e il bambino, rimasti lievemente feriti e trasportati all’ospedale di Catania“Vittorio Emanuele”. Nonostante le ricerche personali e gli accertamenti effettuati non mi è stato dato nulla sapere sul destino del nostro vice console messinese, ma il suo ufficio e la sua abitazione risultano distrutti”

Ed ancora:

“Nelle discussioni private, avute con esponenti di svariate classi sociali, col desiderio di chiarire la causa di tale e chiara preferenza manifestata nei confronti dei nostri marinai, ho avuto modo di sentire che essi hanno suscitato la simpatia generale non soltanto per l’impavido ed esemplare adempimento del dovere, nella qual cosa in parte non sono stati da meno anche gli inglesi, ma soprattutto perché, oltre a ciò, i nostri hanno mostrato una sensibilità che gli altri marinai non hanno avuto. A conferma di tal fatto mi hanno portato esempi dell’attiva e cristiana partecipazione dei nostri marinai nei confronti delle vittime; così, ad esempio, durante una sepoltura nelle fosse comuni di una donna sconosciuta, uno dei marinai si è calato nella tomba per coprirne il corpo nudo. Nella distribuzione dei viveri essi non si limitavano come gli inglesi alla secca consegna di una razione severamente ponderata e precisamente definita, ma davano tutto ciò che avevano, con generosità e amore. Per tutto questo i Messinesi, grati, hanno deciso di intitolare in loro onore la piazza principale della città che risorgerà: “Piazza dei marinai russi”, e di chiamare le strade che ad essa condurranno con i nomi delle nostre navi e dei loro comandanti” (15 gennaio 1909)

Inglesi e Russi (anche i tedeschi parteciparono alle operazioni) si adoperano in maniera eroica verso la popolazione afflitta e distrutta dall’evento, al punto che i messinesi vogliono dedicare una piazza ai militari russi. Ma non a quelli italiani. Perchè?  Perchè gli stessi diplomatici russi si stupiscono del poco incisivo intervento d’assistenza del neonato governo italiano?

Neanche la stampa italiana fu tenera contro il Governo:

Alcune testate giornalistiche, criticando i provvedimenti finanziari adottati e in particolare l’inasprimento delle tasse, accusarono il governo di aver speso molto e destinato male i fondi raccolti in occasione dei terremoti degli anni precedenti senza peraltro portare benefici alle popolazioni danneggiate.

Altri giornali, tra cui Il Tempo, attribuirono ai Comandi militari gravi colpe: la parziale incapacità nella gestione degli interventi di soccorso, confusione burocratica e ritardi nella distribuzione locale delle risorse, inefficienza e ritardi anche nelle azioni di recupero e riconoscimento delle salme. Ulteriori attacchi furono portati contro la Marina italiana, giudicata meno sollecita e pronta rispetto alla capacità e alla funzionalità dimostrata dalle squadre navali straniere. Il Giornale di Sicilia lamentò manchevolezze nella distribuzione di viveri e di generi di conforto, nonché difficoltà procedurali nell’erogazione degli aiuti.