“Ho la sensazione di sentir dire a proposito di Sud, non ci sta più niente fare”. Chi lo ha detto?

Eh già anche il fu premier Letta, ieri è arrivato ad una conclusione che le scelte politiche ed istituzionali del governo avevano già chiaramente esplicitato. Così, mentre era in visita ad Ercolano ha dichiarato:

«Turismo e beni culturali coniugati col Mezzogiorno sono l’unica miscela in grado di debellare la criminalità,laddove esiste» ed ancora «la parola Sud sia totalmente uscita di scena. Talvolta ho la sensazione di sentir
dire a proposito di Sud non ci sta più niente fare. È un atteggiamento al
quale dobbiamo ribellarci».(fonte Il Mattino)

Parole di circostanza? Forse. Una frecciata politicamente rilevante a chi lo ha pugnalato istituzionalmente alle spalle? Probabile, fatto sta che coi governi Monti e Letta, prima con Barca e poi con Trigilia un Ministero per la coesione territoriale c’era.

Intanto un interessante ed articolato articolo di Nando Sntonastaso mette in evidenza i dati pubblicati ieri dalla Corte dei Conti e quelli di un rapporto Confindustria – srm che dimostrano, ancora una volta se ce ne fosse stato bisogno, di quanto le politiche sbagliate di questo governo stiano danneggiando le regioni meridionali.

L’articolo è molto lungo ed articolato ma mi piace mettere in evidenza l’analisi sulle conseguenze imposte al Mezzogiorno dalla spending review che ha reso ancor più asfittico, l’intraprendere al Sud.

Una politica che «ha pregiudicato – scrive la Corte dei Conti la possibilità di portare a compimento la programmazione in corso di attuazione». In sostanza per rispettare i vincoli della spending review si sono penalizzati gli investimenti (la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico non ha prodotto grandi risultati). Un discorso che riguarda soprattutto le piccole e medie imprese meridionali.

Scrive Santonastaso riportando i dati di Confindustria:

Le imprese manifatturiere meridionali hanno perso l’1,8%
del fatturato rispetto all’anno precedente contro il meno 0,1% del
Nord. Inoltre il ridotto «giro d’affari» «ha determinato un calo nella
redditività delle aziende: delle manifatturiere del Sud, che
nel 2007 era pari al 4,9%», è crollato riducendosi nel 2013 all’1,6%,
«ben più del Centro Nord».E ancora: «Flussi di cassa sempre più esigui determinano un maggiore ricorso all’ indebitamento, finanziario e commerciale, da parte delle imprese: tra il 2007 e il 2013 i valori
iscritti a debito sono aumentati complessivamente del 13,8%».

Insomma senza un impegno forte del Governo nell’investimento al Sud, non si cantano messe. E si continueranno a non cantare.