Idrocarburi: lo “scippo” del Veneto alla Lucania

Ecco cosa vuol dire avere una forza territoriale a rappresentarti in Parlamento:

Addio bonus idrocarburi. Il Consiglio di Stato dà ragione al Veneto e di fatto «scippa» alla Basilicata il beneficio respingendo il ricorso dei Ministeri dell’Economia e delle Finanze e dello Sviluppo Economico. Scaduto appena una settimana fa il termine per la presentazione delle domande alle Poste da parte dei maggiorenni, patentati, residenti in Basilicata per chiedere il terzo bonus idrocarburi, che si profilava ben più corposo visto l’aumento delle produzioni e il costo del greggio (oltre 180 euro a fronte dei 100,70 euro del primo bonus e dei 140,25 euro del secondo) arriva la sentenza del Consiglio di Stato. Accoglie il ricorso dei veneti ed estende il beneficio anche ai residenti delle regioni ospitanti impianti di rigassificazione, come il Veneto e la Liguria e in futuro anche la Toscana quando entrerà in funzione, il nuovo rigassificatore.

Una doccia fredda per i lucani, che gela ogni aspettativa: in sostanza, il fondo per la riduzione del prezzo alla pompa, dei carburanti, alimentato per lo più dalle royalty della regione Basilicata, dovrà essere ridistribuito anche a quelle regioni dove non si producono idrocarburi, ma sono ospitati impianti di rigassificazione. Un’attività che non genera royalty e quindi non alimenta il Fondo idrocarburi, in quanto non è un processo produttivo, ma una trasformazione di uno stato fisico (liquido) a un altro (gassoso). Di diverso avviso il Veneto che già in fase di aumento delle royalty e di destinazione di quel 3% alla costituzione del Fondo, aveva spinto sul legislatore facendo inserire all’ultimo momento, con un blitz dei Leghisti, quella postilla che includeva «le attività di rigassificazione», senza però prevedere da dove sarebbero state attinte le risorse economiche per il ristoro dei residenti. E così quando i Ministeri dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministro dello sviluppo economico hanno emanato i decreti per la ripartizione del Fondo tra le regioni interessate dalle attività di estrazione, in funzione del quantitativo di idrocarburi estratti, il Veneto li ha impugnati e prima il Tar e ora il Consiglio di Stato gli hanno dato ragione. ( La Gazzetta del Mezzogiorno)

L’articolo completo