Il Sole 24 Ore: basta coi fondi europei al sud, finanziamo le imprese

1921108_713344482044000_24019663_oCosì Marco Esposito*, quest’oggi, dal proprio profilo Facebook:

Questa mattina sul Sole 24 Ore c’è una proposta “personale” di Roberto Perotti. Così personale che diventa l’editoriale del quotidiano di Confindustria (presente al governo con il ministro Federica Guidi). Così personale che Perotti è coordinatore di un gruppo di lavoro della segreteria di Renzi sulla spesa pubblica. La proposta in soldoni è: basta dare soldi europei al Sud, anche perché vanno cofinanziati al 50% dai fondi nazionali. Chiediamo alla Ue di ridurre il contributo dell’Italia in cambio della fine dei fondi per il Mezzogiorno. Con i soldi risparmiati riduciamo le tasse per le imprese (che sono più al Nord). Ora, nessuno può negare che i fondi europei in Italia (in Lombardia come in Sicilia) non siano stati utilizzati al meglio. Laddove in Portogallo si costruiva il ponte sul Tago e in Grecia quello di Patrasso, da noi si usavano i fondi come sostitutivi della spesa ordinaria per scuole e marciapiedi. Però la proposta Perotti è agghiacciante. E’ la prova provata che in Separiamoci ho visto giusto: i fondi europei vanno gestiti dai meridionali per i meridionali.

*Giornalista de Il Mattino e presidente di Unione Mediterranea.

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Una risposta a “Il Sole 24 Ore: basta coi fondi europei al sud, finanziamo le imprese”

  1. Invio alcune proposte elaborate con amici per la Spending Review di Carlo Cottarelli .
    Per riorganizzare e rilanciare il Sistema Italia è oggi indispensabile ricuperare soldi tagliando ogni spreco in iniziative di scarsa o nessuna utilità per la Collettività . A mali estremi > estremi rimedi ! Il primo passo dovrebbe essere quello di Commissariare tutti gli Enti e le Aziende Partecipate che sopravvivono da due – tre anni solo grazie ai finanziamenti pubblici . Corrado Tomassini 335.603.1146

    Ai Gruppi Studio M. Renzi
    su Riduzione Spesa Pubblica

    Chi è stato nelle Istituzioni sa che la “mucca da mungere” si trova negli Enti e nelle Aziende Partecipate .
    Sono state infatti trasferite a queste Unità esterne funzioni che avrebbero dovuto rimanere di esclusiva competenza istituzionale . Queste Unità operative hanno finito per gestire attività e servizi in modo sempre più autonomo con il risultato di rendere esasperante , se non impenetrabile dall’ esterno , ogni controllo su correttezza bilanci , remunerazioni Dirigenti e Consigli di Amministrazione , assunzioni di personale , gestione forniture e appalti, possibili conflitti di interesse. Possiamo di conseguenza ritenere che , oltre alla spesso inadeguata gestione dei servizi offerti , buona parte del costo della Corruzione (60 miliardi ) trovi particolare spazio negli oltre 7.000 Enti e Aziende partecipate .

    E’ una situazione non più accettabile perché aggrava la nostra crisi e “dissangua” le possibilità di finanziare le riforme previste dal Governo Renzi . Occorre quindi identificare e abbattere in tempi rapidi ogni costo parassitario e non produttivo : una riduzione di costi che, semplificando molti aspetti burocratici , può consentire addirittura il vantaggio di migliorare efficienza , qualità e completezza dei servizi offerti alla Collettività .

    Nell’ analisi di Confindustria (vedi allegato) si rileva infatti che ben il 64 % delle Società pubbliche non eroga servizi di interesse generale e gli Italiani pagano quasi 23 miliardi per coprire i costi di 7.700 organismi senza che i Cittadini ne ricavino alcuna specifica utilità (salvo la distribuzione di remunerazioni “assistenziali”).
    Risulta tra l’ altro che i costi da coprire riguardano il 70 % di Enti e Aziende Pubbliche , chiaramente attribuibili ai vari livelli di responsabilità dello Stato , delle Regioni e dei singoli Comuni . Questi Enti e Aziende , che definiamo Parassitari , vanno messi al più presto in condizione di non nuocere alla collettività perché , come detto , assorbono costi che dobbiamo invece destinare a Riforme e modernizzazione dello Stato..

    Gli interventi operativi proposti

    (1) Occorre che a livello Stato , singole Regioni e Comuni vengano identificati e selezionati quel 30 % di Enti e Aziende partecipate che gestiscono , con pareggio di Bilancio , Servizi ritenuti fondamentali e strategici nell’ interesse della Collettività .
    Questi Enti e Aziende dovrebbero essere immediatamente riassorbiti nella struttura gerarchica dell’ Istituzione cui riferiscono e della quale nel tempo hanno assorbito le funzioni .
    Un Immediato vantaggio economico e gestionale si avrebbe con l’ azzeramento dei Consigli di Amministrazione e l’ unicità di comando , cioè il trasferimento della gestione sotto la diretta e unica responsabilità del Ministro o dell’Assessore di competenza
    Si eliminerebbe quindi il costo di doppioni dirigenziali evitando inoltre ritardi e conflittualità derivanti da scelte spesso non coerenti con gli obiettivi politici ..
    Anche Il Bilancio di questi Enti dovrebbe rientrare , e in modo trasparente , nel Bilancio dell’ Istituzione . Il personale passerebbe alle dirette dipendenze dell’ Istituzione .

    (2) Per le Aziende di importanza strategica ma in carenza di finanziamenti e di management qualificato o inaffidabile ( vedi Alitalia, Atac, …) piuttosto che continuare far pagare alla Collettività i loro Costi accumulando deficit enormi , è meglio avviarne subito la privatizzazione .
    Sarebbe coinvolgente per la Collettività favorire la loro trasformazione in Pubblic Companies .con partecipazione azionaria diffusa . Le quote azionarie della New Company potrebbero essere offerte con priorità in opzione sia ai collaboratori dipendenti , come pure ai Clienti / Pazienti / Utenti dei Servizi . Opportuno però che l’ Istituzione mantenga sempre una quota minima di partecipazione con Golden Share .

    (3) Per gli Enti e Aziende che presentano solo costi , senza offrire utilità per la Collettività nazionale , salvo remunerazioni di carattere assistenziale locale, l’ Istituzione da cui dipendono dovrebbe
    (a) Sciogliere il Consiglio di Amministrazione , (b) affidare l’ incarico di Commissario liquidatore al presidente in carica (per la presunzione che abbia conoscenza delle attività dell’ Ente) .(c) sospendere ogni erogazione di fondi mirata alla sopravvivenza , (d) avviare la loro messa in Liquidazione (e) valutare se , all’ origine del deficit accumulato , sussistano motivi per portare libri e bilanci in Tribunale e/o chiedere la liquidazione coatta amministrativa .
    La struttura dei costi degli Enti e delle Aziende da liquidare induce a continuare a pagare , con stipendio progressivamente ridotto, il personale a casa propria piuttosto che lasciar continuare , ad uso personale , l’ utilizzo di immobili, spazi e scrivanie, telefoni, PC, auto e attrezzature ..
    A questo Personale in “mobilità” si applicano le protezioni previste dagli ammortizzatori sociali .
    Per contribuire alla copertura dei costi del Personale in mobilità occorre avviare subito la cessione tramite Asta pubblica dei Beni patrimonio dell’ Ente .
    .
    Corrado Tomassini

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