Ilva a Taranto: ma non è meglio creare posti di lavoro con la bonifica?

Riporto questa interessante riflessione del Comitato Cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto:

«Io sono qui, anche oggi, per solennizzare l’entrata in funzione di un grande stabilimento industriale, questa volta rappresentato dal complesso degli impianti del IV centro siderurgico dell’Italsider. E anche in questa occasione voglio recare agli italiani del Mezzogiorno l’assicurazione che lo Stato ha preso effettivamente e seriamente coscienza della realtà meridionale e si adopera per mutarla».

Lo disse Saragat nel discorso inaugurale del IV ° centro siderurgico italiano il 10 aprile del 1965. Eccola la “mutazione”: una città abbandonata e devastata in ogni settore, dove si vive di pane avvelenato e disoccupazione e si muore per lavoro e sul lavoro.
50 anni dunque, di malapolitica e complicità istituzionale il cui epilogo è il seguente: un’intera provincia e la sua economia sputati nel calderone del FALLIMENTO, eccola la MUTAZIONE .Le banche sono garantite da decreto, i 3 commissari godono di immunità garantita da decreto. Non gode di garanzie chi si ammala, nessuna garanzia per i lavoratori ILVA e ancor meno per quelli dell’ indotto. Niente garanzie per i mitilicoltori, per gli allevatori, i commercianti, gli imprenditori onesti, per i cittadini rovinati NIENTE! Non interessano, i NOSTRI crediti vanno pretesi dalla Bad Company (la vecchia compagnia)ci tocca fare il solito processo all’italiana , lungo un decennio dove paga la comunità.
Il settimo decreto governativo apprezzato e sostenuto dai pupazzi politici nostrani, sta per essere convertito in legge. Garantisce con “soldi veri” e subito disponibili la New Company (la nuova compagnia), pulita e cristallina come non mai. Garantisce subito le materie prime necessarie ad andare avanti, garantisce l’acciaio e il PIL che sono gli unici veri interessi!
Subito risorse dunque, risorse pubbliche su investimenti senza ritorno, tanto sono risorse pubbliche e chi se ne frega… Non pagano i Riva che si sono arricchiti, i loro capitali sono garantiti, non da decreto in questo caso, ma da collusione. E poi quali altre risorse ipotizzate? 1,2 miliardi che spacciano per sequestro ai Riva. Chiamandoli per nome sono l’equivalente di tasse non pagate allo stato, quindi soldi della comunità.
Le uniche risorse apparenti dunque, sono nostre risorse e, sempre per decreto, è previsto che siano utilizzate per sostenere una fabbrica che non garantisce futuro occupazionale e sviluppo del territorio.
L’acciaio è in crisi, lo dice il mercato! Per quale ragione dunque è considerato PLAUSIBILE investire sostanziose risorse pubbliche in impianti fatiscenti per garantire un prodotto che non ha richiesta? Non sarebbe piu’ logico pretendere tutti insieme che le risorse siano destinate a bonificare il territorio e rilanciarlo? Si fa spesso riferimento a quanto accaduto Bagnoli e non si fa mai riferimento alla diversità di trattamento ricevuta a Genova. Perché?
Stiamo continuando una guerra tra poveri sostenuta e fomentata da chi ritiene utopistico un decreto salva Taranto e lavoratori, che preveda la programmazione dello spegnimento programmato di tutte le fonti inquinanti, garantisca le bonifiche e un piano di conversione economica per questo territorio. Ci sarebbe lavoro per tutti!