La Briangheta: la ndrangheta del Nord

Oggi Roberto Saviano torna, sulla propria pagina Facebook, su un tema caro a questo blog. Le connivenze ed il radicamento di certi fenomeni che ormai trascendono, se mai poi ci fosse stata questa distinzione, il mero fenomeno regionalistico. Smentendo tutti i soloni della “mafiatudine” come evento prettamente “terronistico”. Senza interessi e e connivenze autoctone, non si sarebbe sviluppata. Tutto ciò al netto che se di importazione si è trattato, lo è stato d’importazione anche per il Mezzogiorno.

Quando quattro anni fa a “Vieni via con me” dissi che le organizzazioni criminali avevano ormai messo radici al Nord e che la Lega interloquiva con la ‘ndrangheta, l’allora ministro dell’Interno Maroni pretese di essere invitato in trasmissione per smentire categoricamente la mia affermazione. E in quei giorni lo ribadì fermamente in altri programmi televisivi.

Ora, dopo che l’ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, è finito nell’inchiesta sul maxi-riciclaggio di fondi illegali della ‘ndrangheta, in particolare del clan De Stefano di Reggio Calabria; dopo che l’inchiesta della Dda di Milano, coordinata dai pm Ilda Boccassini e Giuseppe D’Amico, ha svelato l’esistenza di una “banca clandestina” della ‘ndrangheta a Seveso, in Brianza, gestita dalla ‘ndrina di Desio (MB), che movimentava capitali illeciti per centinaia di milioni di euro e faceva ciò che le banche vere e proprie non fanno più, cioè dare credito alle imprese in crisi, ma ovviamente a usura; io mi sento di dire: dove sono quegli stessi leghisti che si erano indignati di fronte alle mie parole? Dove sono i giornali del fango che raccoglievano firme contro “Saviano che dà del mafioso al Nord”?

La “Briangheta”, come ormai la chiamano, è frutto anche di questo veleno: un’imprenditoria fragile e omertosa, una politica corrotta e impaurita, un giornalismo spesso connivente ed estorsivo.
Essere lontano dall’Italia mi fa sopportare meglio la rabbia per la cattiva fede di chi tutto questo l’ha nascosto o fintamente denunciato, e ora finge di sentirsi scandalizzato.
Questi partiti e questi giornalisti dovrebbero consumarsi dalla vergogna per la loro miopia, per la loro incapacità di vedere oltre i loro pregiudizi, quando non per la loro corruzione.

 

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