La “llengua nosta”, la nostra lingua, comunicazione complementare e identitaria

In un post sul proprio blog, lo scrittore e giornalista Gigi Di Fiore traccia il profilo della “llengua nosta”, la nostra lingua, quella tradizionalmente identificata come “napoletana”.

Scrive Di Fiore:

Già, la nostra lingua, quella che si considera dialetto e che, invece, nei secoli andati era uno strumento di comunicazione così diffuso da essere utilizzato per libri ultra citati come, tra il 1634 e il 1636, Lo cunto de li cunti di Giovanbattista Basile. Un libro di 50 fiabe che Benedetto Croce tradusse in italiano, definendolo “il più antico, il più‚ ricco e il più artistico tra tutti i libri di fiabe popolari”. E la lingua non era stata certo un impedimento. Anzi.

Ed ancora:

Napoletano lingua o dialetto? Negli Stati Uniti, viene considerato titolo nei curriculum di assunzione la conoscenza anche del Neapolitan language. Sia per le aziende privare sia per la pubblica amministrazione. Spiegabile: in quel Paese, la massiccia emigrazione tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 proveniva soprattutto dal Sud d’Italia, tanto che negli States gli italiani sono identificati spesso con i napoletani o i siciliani.

E prosegue:

Già nel 1887, 26 anni dopo l’unità d’Italia, Raffaele Andreoli pubblicò un vocabolario italiano-napoletano, che dimostrava la necessità di un traduttore in aiuto degli italiani di altre regioni, sulla parlata meridionale. D’altro canto, è noto che, nella guerra del brigantaggio, gli ufficiali piemontesi avevano bisogno degli interpreti quando dovevano interrogare un prigioniero.

E conclude:

Non risulta che uguale successo, o uguali tentativi facciano bravissimi cantanti o cantautori di altre regioni d’Italia. Insomma, la llengua nosta resta patrimonio culturale della Nazione italiana. Finita l’autonomia politica della Nazione napoletana con l’unificazione del 1861, ne restano le eredità culturali e storiche che non si possono cancellare.  Oggi, la lingua napoletana è una ricchezza in più, un elemento distintivo di radici e identità. Non certo un sostitutivo dell’italiano.

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