La retorica (smentita) dell’evasione al Sud

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Ricordo molte bene, in carica il governo Monti, quando il “professore” della Bocconi, in visita all’Accademia della Guardia di Finanza, a Bergamo, in un tripudio di orgoglio territoriale esclamò “Da Lombardo so molto bene che l’evasione non è qui ma altrove”.

Un sorpasso sulla destra alle velleità leghiste, che diede proprio al partito di Maroni la possibilità di formulare nuove accuse e nuove pretese.

Per mesi abbiamo provato a smentire, con le notizie di cronaca, proprio quella uscita.

Questa analisi è di Guglielmo Forges Davanzati su Mircomega, del 20 Settembre:

I luoghi comuni sul mezzogiorno italiano sono duri a morire. Ma una analisi attenta dei dati indica che non è vero che il Sud è inondato di risorse pubbliche e che l’incidenza dell’evasione fiscale è più alta al Nord. Il mezzogiorno è in realtà vittima della crescente concentrazione geografica del capitale e delle devastanti politiche di austerità.

Ed ancora proprio a proposito dell’evasione fiscale:

Su fonte Banca d’Italia, si calcola che a fronte del fatto che, al Nord, in media, l’evasione fiscale e contributiva ammonta a circa 2500 euro pro-capite, nel Mezzogiorno l’imposto si assesta, su base annua, a circa 900 euro a testa. In termini percentuali, il tasso di evasione è del 14,8 al Nord e del 7,9 per cento al Sud. L’obiezione secondo la quale al Sud si evade meno perché il reddito pro-capite è più basso può essere ribaltata stabilendo che ci si aspetterebbe semmai maggiore evasione proprio dove i redditi sono più bassi. Né vale l’ulteriore obiezione secondo la quale l’evasione fiscale è relativamente bassa nel Mezzogiorno perché è maggiore l’occupazione nel pubblico impiego. E’ un’obiezione smentita dagli ultimi dati prodotti dalla Ragioneria Generale dello Stato, secondo la quale la maggiore incidenza dell’occupazione pubblica, fra le regioni italiane, si ha in Lombardia e in tutte le regioni meridionali il numero di occupati nella pubblica amministrazione è inferiore a quella del Centro-Nord. Incidentalmente, viene anche rilevato che, nelle regioni meridionali, è maggiore l’occupazione precaria nel settore pubblico.

Capito?

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