La scatologica estate della stampa italiana. Dove è l’ordine dei giornalisti?


Ho visto girare questa foto per più di 24 ore convinto fosse un fake, poi invece qualche ora fa ho letto  che è vera.Dopo i vaneggiamenti di Romdolino, le cicciottelle del Resto del Carlino, i titoli che cambiano a seconda della provincia de Il Mattino, diciamo che per la stampa italiana è proprio un’estate di merda e dimostra la crisi forte e profonda di una categoria.

Dove è l’ordine dei giornalisti davanti a titoli del genere? Razzisti ed offensivi nei confronti di tutti i meridionali.

Che dire del Foglio? Che forse dovrebbe rinunciare ai finanziamenti pubblici percepiti negli anni anche da quei terroni contribuenti somari con lode.

Ecco quanti ne ha presi secondo Wikipedia:


Il suo storico direttore Giuliano Ferrara a proposito del finanziamento pubblico di un giornale che ha una tiratura da carbonari ha dichiarato:

dal secondo anno dalla fondazione, il contributo dello stato, con il trucco della famosa Convenzione per la Giustizia che era un… Beh, un trucco, la legge dava una possibilità e noi l’abbiamo sfruttata, è un trucco nel senso che non era un vero partito, era un… Sì avevamo chiesto a due amici, Marcello Pera, che faceva parte del centro destra, senatore, e Marco Boato, deputato del centro sinistra, due persone amiche, due lettori del giornale, di firmare per il giornale, abbiamo fatto questa convenzione… un escamotage, sì, legale, perfettamente legale »

(Giuliano Ferrara su Report, Il finanziamento quotidiano, 23 aprile 2006)

E noi dovremmo farci fare la morale da un giornale fondato da un “trucco” che gli ha concesso di accumulare finanziamenti pubblici anche coi nostri contributi?

Titoli del genere non si leggevano neanche nel Sud Africa dell’apartheid e dopo le parole di Rondolino, credo che la società civile meridionale debba intervenire contro il continuo insulto razzista perpetrato nei confronti suoi e dei suoi figli. Dentro di me confido sempre in un messaggio che mi dimostri sia un fotomontaggio.

Ps: ricordo al direttore (che come di consuetudine si affetterà a dimostrare in qualche modo  le proprie origini meridionali) che da qualche anno i tribunali italiani includono “terrone” tra le fattispecie diffamatorie.