Le aziende italiane vogliono nuove Terre dei Fuochi

20140305-085758.jpgChe sia la Campania, l’Africa, la Calabria poco importa: politica ed industria italiana vogliono continuare a sversare come e dove gli pare, impunemente, per ridurre i costi. La competitività (ridotta) della produzione italiana, da Taranto a Caivano, si basa sul risparmio da smaltimento di rifiuti industriali, nella totale incapacità di una riforma strutturale del sistema produttivo e del lavoro.

Ecco il comunicato stampa del Comitato Terra dei Fuochi:

Non siamo sorpresi nel leggere comunicati stampa delle associazioni di categoria contro il sistema di tracciabilità dei rifiuti, né tantomeno crediamo alla buona fede delle istanze portate.
NON ORA, non dopo sette e più anni, necessari per partorire un sistema di tracciabilità dei rifiuti. Oggi le istanze dei piccoli commercianti sembrano costituire la foglia di fico dietro cui nascondere gli interessi delle grandi lobbies industriali.
La storia giudiziaria del nostro paese, ha evidenziato quanto sia stato conveniente per il Sistema Industriale italiano, mantenere un processo di controllo che, agevolmente, consentiva di perdere traccia di centinaia di migliaia di tonnellate di veleni industriali ogni anno.
Siamo invece preoccupatissimi dalle dichiarazioni ambigue del neoministro dell’Ambiente Galletti, che a diversi anni dall’avvio del progetto per il sistema di tracciabilità dei rifiuti, dopo ingenti e sovrabbondati risorse pubbliche spese, si propone con affermazioni di incertezze su una reale volontà di utilizzo del sistema, che riteniamo essere indispensabile per la lotta allo smaltimento illecito dei rifiuti industriali.
Dichiarazioni rilasciate con disinvoltura da chi, per ruolo istituzionale, dovrebbe sentire tutto il peso e la responsabilità di un eventuale fallimento del sistema di tracciabilità dei rifiuti, in ragione del ruolo delle Istituzioni e della politica che, in questi anni, hanno avuto l’onere di controllare, definire e determinarne caratteristiche e costi del sistema stesso.
NON ORA, a più di sette anni dall’avvio del progetto, il fallimento dell’avvio del sistri confermerebbe la ormai intollerabile NON CREDIBILITA’ delle iniziative dei rappresentanti, passati e presenti, del sistema istituzionale del nostro paese.
Tutti sembrano voler continuare a servirsi delle ecomafie per smaltire i loro rifiuti in tutta Italia.
Tutti contro un sistema che è stato ostacolato negli anni e nessuno ha mai avuto veramente interesse a dimostrare se sia veramente funzionante.
NOI, COME CITTADINI, CI SENTIAMO VITTIME DI UN SISTEMA INDUSTRIALE VOLUTAMENTE MONCO DELLA SUA PARTE TERMINALE, FORSE LA PIU’ IMPORTANTE, DEI PROPRI CICLI DI PRODUZIONE. VOLUTAMENTE, PERCHE’ SI E’ VOLUTO LASCIARE MANO LIBERA ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA NEL BUSINESS DELLO SMALTIMENTO ILLEGALE DEI RIFIUTI INDUSTRIALI.
SIAMO VITTIME DI UN SISTEMA ECONOMICO COLLASSATO E CHE HA FATTO PAGARE ALLA COLLETTIVITA’ L’INTERO PREZZO DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI PERICOLOSI SCONTATO DEL 95% ALLE AZIENDE.
NON ACCETTEREMO PIU’ MINISTRI, IMPRENDITORI, LOBBIES E ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA CHE VOGLIONO CONTINUARE A LASCIARE QUESTO BUSINESS IN MANO ALLA CRIMINALITA’.
L’AVVIO OBBLIGATORIO DEL SISTEMA DI TRACCIABILITA’ DEI RIFIUTI IN TUTTA L’ITALIA E’ UN OBBLIGO VERSO LE MIGLIAIA DI VITTIME DI TERRA DEI FUOCHI.
NON TOLLEREREMO ALTRI DECRETI E PRESE IN GIRO. VOGLIAMO LA TRACCIABILITA’ IMMEDIATAMENTE !!!

Di seguito riportiamo alcune delle principali dichiarazioni in tal senso:
(ANSA) – ROMA, 3 MAR – “Le istanze avanzate dai ‘ piccoli produttori’ sono tenute nella massima considerazione. E’ infatti in via di perfezionamento un decreto che assoggetta al Sistrisolo imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti con piu’ di 10 dipendenti nei settori dell’ industria, artigianato, commercio e servizi”. Lo annuncia il ministro dell’ Ambiente Gian Luca Galletti in una nota…

(ANSA) – ROMA, 1 MAR – Ritardi, aumento dei costi, complicazioni burocratiche: emergono ” dati preoccupanti” da un censimento condotto dalla Confcommercio nel corso dei primi mesi di avvio del Sistri, sistema di tracciabilita’ dei rifiuti. E la Confederazione dei commercianti esprime ” sorpresa e preoccupazione” per la conferma del 3 marzo della data di avvio delSistri anche per i produttori di rifiuti pericolosi, segnalando che il differimento al 31 dicembre 2014 dell’ entrata in vigore delle sanzioni per la violazione alle disposizioni sul Sistri, ” non solo non risolve le criticita’ avvertite dalle imprese, ma produrra’ anche un ulteriore appesantimento operativo ed economico per le stesse”.
Per questo, la Confcommercio auspica che il neo ministro dell’ Ambiente, Gianluca Galletti ” sospenda l’ operativita’ del sistema in attesa di rendere effettive le semplificazioni discusse nei tavoli tecnici di lavoro”, oltre a sospendere il contributo per il 2014.

(Adnkronos) 14 Febbraio 2014 – ” Nelle intenzioni -spiega il presidente di Confartigianato- le nuove regole dovevano rendere piu’ semplici le procedure e gli adempimenti, riducendo anche i costi sostenuti dagli
imprenditori. Nella realta’ e’ accaduto il contrario: in questi 4 anni, le complessita’ sono aumentate insieme con gli oneri economici a carico delle aziende. Il risultato e’ che ora gli imprenditori si trovano a dover combattere con un Sistri che non funziona e con il vecchio obbligo di compilare su carta gli adempimenti in materia di gestione dei rifiuti”. A fronte di questa situazione -conclude Merletti- e’ ora di rottamare il Sistri e di sostituirlo con un sistema di tracciabilita’ dei rifiuti fondato su criteri di trasparenza, efficienza, economicita’ e semplice utilizzo per le imprese. Soltanto cosi’ si potra’ combattere davvero le ecomafie”.
NON TOLLEREREMO ALTRI DECRETI E PRESE IN GIRO. VOGLIAMO LA TRACCIABILITA’ IMMEDIATAMENTE !!! VOGLIAMO CHE SI SAPPIA DA DOVE PARTONO E DOVE VANNO I RIFIUTI DELLE AZIENDE. SIAMO STUFI DEL BARATTO PROFITTI/LAVORO CONTRO LA NOSTRA SALUTE. BASTA FAVORI ALLE LOBBIES E ALLA CRIMINALITA’

04 Marzo 2014