La mafia geograficamente trasversale: la commercialista di Bologna. Ndranghetista?

Poi non venitemi a dire che non ve l’avevo detto, con buona pace del mio assiduo lettore leghista Luca, quando glielo rinfaccio..

Lo ripeto da quando tre anni fa decisi di aprire il blog e Maroni querelava Saviano per aver detto che in Patania la ndrangheta faceva affari.

Al Nord la mafia ormai ha attecchito perchè si presenta con l’abito sartoriale e la vocazione del business man. Con il fiume di liquidità lordato di sangue ci campano in tanti, dalle banche del territorio ai ad avvocati, notai e commercialisti locali, fino a tutti coloro che vengono assunti dalle imprese che si muovono nell’economia legale. E il Pil del Paese, si incrementa perfino.

Sono anni che le istituzioni a settentrione rispetto al Garigliano, in tantissimi casi, si afffrettano a precisare che la criminalità organizzata è solo un fenomeno regionale, etnico, da terroni, insomma.

Dicendolo ne favoriscono, consapevolmente o incosapevolemente, il radicamento che coinvolge professionisti e “indotto” che di meridionale ha poco o nulla.

L’esempio di oggi è offerto dalla commercialista, che di calabrese non ha niente e che pure è stata arrestata per concorso esterno in associazione mafiosa.

Ecco cosa scrive la testata bolognese Radio città del Capo:

“Faceva ciò nella piena consapevolezza di dare un apporto a un gruppo organizzato della ‘ndrangheta e ricercava in ciò anche una propria affermazione professionale”. Lo scrivono i magistrati, lo dimostrano le intercettazioni. “Il capo di giù, di Cutro, il grande […] il sanguinario“. Tattini raccontava così al telefono  la visita ricevuta nel marzo 2012 da Nicolino Grande Aracri, boss dell’omonima cosca poi arrestato l’anno successivo. E ancora, rispondendo al marito che le esprimeva alcune riserve, rispondeva così: “Ma sono guadagnati puliti! Li prendiamo dal tribunale, ma ti rendi conto?”. Si riferiva probabilmente al tentativo di acquisizione dei beni provenienti dal fallimento della società Rizzi di Verona. Un’operazione su cui lavorò molto, “interfacciandosi anche con altri membri della criminalità organizzata del veneto”. Ma sono tanti i servizi che Tattini ha reso ai Grandi Aracri (e a Antonio Gualtieri, referente della cosca per la zona di Piacenza e Reggio Emilia). Si parla di un progetto per costruire uno impianto eolico a Cutro, provincia di Crotone, e dell’idea di creare un impianto per la produzione di insulina e citostatici in Calabria.

Intanto l’avvocato della commercialista afferma che “ha fornito chiarimenti su tutta la vicenda che la riguarda, confidiamo che la sua posizione si possa ridimensionare” e la commercialista ha dichiarato al giudice che “Non ho mai fatto parte del clan, né fornito alcun apporto. Ho solo seguito dal punto di vista professionale alcune pratiche svolgendo perizie bancarie per conto di clienti che si erano rivolti al mio studio”

Si avete ragione bisogna essere garantisti fino alla fine e la dottoressa è innocente fino al terzo grado di giudizio. A suo carico, tuttavia, l’intercettazione che segue…