Il New York Times, come altre testate statunitensi ed angolsassoni, pesca ancora al Sud per narrare di cultura, è la volta del Museo Faggiano di Lecce, forse sconosciuto pure ai grandi opinion makers e giornalisti italiani.
La storia la riassume bene la Gazzetta del Mezzogiorno:
Ascanio Grandi, nel centro di Lecce. Si rende subito conto però che c’è qualcosa che non va con le tubature e bisogna scavare. Chiede una mano ai due figli, convinto che si tratti di una scocciatura risolvibile in una settimana di lavoro, ma la realtà va in tutt’altra direzione: emergono da subito oggetti, reperti, testimonianze una dopo l’altra degli strati di storia custoditi nel sottosuolo della Lecce contemporanea.
Un tesoro: tracce risalenti al Medioevo, ma anche una tomba Messapica, quindi una stanza di epoca romana, fino ad un convento di suore francescane. La meraviglia è tale che per giorni i Faggiano continuano a scavare increduli. Fino a quando hanno dovuto ‘cedere’ all’evidenza: la scoperta di una delle più straordinarie testimonianze della ricchezza storica di quell’angolo d’Italia. La creazione del Museo è stata non solo inevitabile, ma necessaria. Luciano Faggiano però ad aprire una trattoria ci pensa ancora.
Così gli americani si dimostrano ancora una volta attenti a questa sorta (per loro) di esotismo tutto meridionale, fatto di misteri, eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche e musei che sfuggono alla valorizzazione ed agli investimenti della politica italiana che ancora non realizza (chissà fino a che punto in buona fede) che nella cultura e nelle biodiversità del gusto, risiede l’emancipazione del Sud da “assistenza” ed emergenza cronica.