L’inceneritore delle balle (non eco)

Scrivo questo post, dopo aver letto gli ultimi aggiornamenti sulla manifestazione che si sta tenendo a Napoli, contro la costruzione del nuovo inceneritore a Giugliano. In piena terra dei fuochi. Non molto distante dall’inceneritore, già esistente e costruito dalla Impregilo, ad Acerra. Dopo l’assedio alla sede della Regione, di questa mattina, pare che il bando sia stato sospeso, almeno secondo quanto riporta Il Mattino, sul proprio sito, ma senza alcun approfondimento.

Io mi chiedo, ma è proprio necessario questo nuovo inceneritore? E’ la scelta giusta per smaltire i rifiuti in questo territorio già martoriato da molteplici e quotidiani fumi tossici abusivi ed illegali? Dice, “ma guadra che l’inceneritore ha i fumi controllati”. Ed allora provo ad andare sul sito dell’Arpac (l’Agenzia Regionale per l’Ambiente) e provo a cliccare, in basso a sinistra, sul link che dovrebbe monitorare le emissioni dell’inceneritore di Acerra. Niente da fare, non funziona, non si apre la pagina. Riprovo con altri due browser. Niente. Avrò dei problemi.

Allora cerco maggiori informazioni sulla rete e, trovo su youtube, un video dello scorso Gennaio, dove i dati dell’inceneritore di Acerra, erano fermi al Gennaio dell’anno precedente. Perchè?

Misteri italiani.

Dice, “ma tanto negli inceneritori, ci bruciano le ecoballe”. Poi spulci le dichiarazioni dei pentiti e scopri che tra le ecoballe non è proprio tutto Eco:

Non bisogna tralasciare le dichiarazioni rese da Gaetano Vassallo, gestore a sua volta di discariche a Giugliano dove i rifiuti speciali venivano smaltiti attraverso la commistione con i rifiuti solidi urbani. La tecnica prevedeva che i rifiuti tossici venissero mescolati con quelli provenienti dalla raccolta cittadina, così da non destare sospetti. […]Le dichiarazioni di Luigi Guida (attuale collaboratore di giustizia,ndr) aprono nuovi scenari. La camorra entrava ovunque imponendo che i rifiuti tossi venissero nascosti anche nelle ecoballe. Se quelle ecoballe venissero incendiate in un impianto a pochi chilometri dai centri abitati, cosa succederebbe? (internapoli.it)

Ora in quell’area, per l’appunto denominata “Terra dei Fuochi” si vorrebbe costruire, per l’appunto, un nuovo inceneritore. Così, oltre ai roghi tossici, abusivi, ci piazziamo anche un gran bel rogo tossico istituzionale ed autorizzato?

E la forte incidenza di tumori? Ah già, quella è colpa dello stile di vita..

In tutto ciò pare (secondo quanto riportato qualche tempo fa dai deputati del M5S) che alla costruzione dell’inceneritore, chiamato però “termovalorizzatore” che è più figo, sarebbe interessato anche l’editore del maggiore quotidiano campano che, sul proprio sito, fateci caso, da qualche giorno, a differenza degli altri quotidiani locali, enfatizza una nuova possibile crisi dei rifiuti: “Napoli. Impianti al collasso, crisi rifiuti sempre più vicina” “Nuova emergenza rifiuti: i primi cumuli anche nell’area flegrea e giuglianese (sarà un caso, ma vivo nell’area flegrea e di cumuli “straordinari” non ne ho ancora visti,ndr)“, Rifiuti, viaggio nello stir di Tufino|Video «Stop politico, veleni non ce ne sono», Napoli. Impianti al collasso, crisi rifiuti sempre più vicina,Napoli, rifiuti. Camion in fila in tutti gli Stir: caos e denunce..

Saranno le solite malelingue..

Il video dell’ingresso dei manifestanti nella sede dell’assessorato:


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