L’italiella delle chiacchiere su antirazzismo e discriminazione

Tavecchio, dopo la battuta sui giocatori che mangiano banane si è subito affrettato a dire di non essere razzista. Coerentemente, il primo atto ufficiale della nuova Figc, così come si legge dagli organi di stampa è il seguente :

Stando a quanto stabilito, dunque, non costituisce più un comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, quella condotta che, ex art. 11 del Codice di Giustizia Sportiva, era da considerarsi, direttamente o indirettamente, di ‘origine territoriale’. Per giunta, ‘l’offesa, denigrazione o insulto per motivi di origine territoriale’ sarà cancellata dall’art. 12 (prevenzione di fatti violenti) come causa di responsabilità oggettiva delle società. Le suddette modifiche andranno in vigore immediatamente.

Insomma per mesi ci hanno riempito la testa sull’onnipotenza di Genny a Carogna, addotto a motivo fondamentale della violenza nel calcio, per mesi hanno tuonato sulle severissime pene (!!!) da infliggere a quei fetentoni degli ultras e poi il primo provvedimento, duro, durissimo, un atto fermo di contrasto alla violenza è…la libertá dei cori “napoli colera, vesuvio lavali col fuoco” e tutta la liturgia da stadio di dotte licenze poetiche che evidentemente non disturbano nè Tavecchio nè i presidenti delle squadre di calcio (compreso il presidente del Napoli a cui evidentemente non frega molto se tanti padri che portano soldi alle casse della società, con figli al seguito, dovranno dare giustificazioni sui cori che i piccoli ascoltano allo stadio e replicati nella vita reale). Gli stessi cori che suscitarono la giusta indignazione di Gianni Morandi, presidente onorario del Bologna, dopo un incontro della propria squadra con quella partenopea.
Insomma ecco l’italiella pavida, quella in recessione, che invoca riforme strutturali per “afferrare” il treno della ripresa economica. Con gap culturali del genere, onestamente non servono, occorrerebbe tanta buona educazione e senso civico che manca, decisamente; perchè i provvedimenti oggi aboliti, quanto meno erano utili a suscitare la discussione, il dibattito, a porre un problema oggi spostato sotto al tappeto eppure avvertito come lesivo tra la gente.

Si obietterà che non è colpa delle società se i tifosi esprimono certe “considerazioni” poco ortodosse durante una partita (incidentalmente, quante volte abbiamo visto presidenti e giornalisti seguirli in quei cori, tra l’altro) ma chi ha vinto ora la presunta prova di forza? Le società sportive, forse? Naaaa…

La lettera qui sotto è stata scritta da un genitore al giudice Tosel, lo scorso inverno, dopo un Milan-Napoli con annesso sventolìo di buste di immondizia:

“Mi starebbe anche bene “l’odio” per fini calcistici o per puro campanilismo, deve concedermi anche di avere un’antipatia verso alcune squadre di alcune città, guai se si volesse reprimere questo aspetto dal calcio. Ma ciò a cui assistiamo ogni domenica in trasferta ha dell’indecente, specialmente se poi gli organi preposti a far rispettare le leggi non ci tutelano. Sono un suo FAN accanito, aspetto le sue sentenze con ansia, sperando che i suoi collaboratori le segnalino queste situazioni “anomale”. Ebbene tutti i martedì ci resto male che un giudice sportivo con la sua infinita dote morale non riesca a contribuire all’eliminazione del razzismo dal calcio. Se i ladri non vengono arrestati continueranno a rubare, se le ammende non sono PESANTI i razzisti continueranno a farla franca. Sa cosa ho spiegato a mio figlio che era con me nella tribuna di San Siro quando ha visto le buste d’immondizia che gli venivano sventolate sotto al naso? Ho fatto come Benigni nel film “La vita è bella”, ho detto che i tifosi del Milan usano quei sacchi grandi per mettere dentro i palloni che arriveranno sulle gradinate. Non potevo dirgli che il terremoto dell’ottanta che ha mietuto tante vittime INNOCENTI, compreso un suo bisnonno, viene utilizzato come coro offensivo, sa i bambini sono sensibili a queste cose. Mi aiuti a non dire più bugie a mio figlio, mi aiuti a migliorare il calcio, mi aiuti a non giustificare i tifosi napoletani violenti che covano vendetta, MI AIUTI.”

Insomma proprio la decisione più giusta dopo un finale di campionato con un ragazzo ucciso per la propria fede calcistica ed appartenenza territoriale. Geniale espediente per abbassare i toni e placare gli animi.