Lombroso: la camorra non è solo a Napoli

Contrordine compagni. Quello che andiamo scrivendo da qualche anno e cioè che la camorra non è nè era un fenomeno regionalistico ed esclusivamente meridionale, ma una categoria dell’animo, che di geografico ha poco, veniva “asseverato” anche da Cesare Lombroso!!

La scoperta è di Gian Antonio Stella che, un anno fa, dalle pagine del Corriere della Sera scriveva, riportando le parole dello studioso veronese:

Non v’è solo la camorra nel golfo di Napoli e fra i cocchieri e i rivenduglioli: purtroppo ve n’è pure, e di terribile nel seno delle Facoltà e nelle regioni governative, se non proprio nel Governo, così forte, in ogni modo, da forzare a questo la mano». Lo scrive, scandalizzato per come vanno in cattedra certi colleghi universitari, Cesare Lombroso. È il 16 maggio 1901, il padre dell’antropologia criminale è da decenni lo scienziato italiano più celebre nel mondo e il «Corriere» ospita i suoi interventi, non frequentissimi, dando loro il massimo risalto. Anche quando prende a martellate il mondo dell’accademia.

 

In parole povere e semplici, Lombroso mette in evidenza una peculiarità insita dell’animo umano e (forse un po’ più) comune alle latitudini italiche, quell’indole alla “mafiosità” che, col compromesso, ha permesso alla criminalità organizzata di elevarsi a “sistema”.

Prosegue Lombroso in: scritti per il «Corriere» 1884-1908, edito dalla Fondazione Corriere, non riferendosi certo ad attitudini napoletane

«Quanto più è scarso di ingegno e di cultura, tanto più egli si arrabatta colle arti dell’intrigo per restare nella sua nicchia, per avere favorevole quella maggioranza della Facoltà che non manca mai agli indotti e agli intriganti, e restare per lo meno a perpetuità straordinario»

 

Degna di nota una chiosa di Gian Antonio Stella (se ne è reso conto pure lui, Deo gratias) sulle bizzarre teorie lombrosiane:

Lombroso era un utopista che credeva nella missione redentrice della scienza». Con risultati tragicamente capovolti, spesso. Al punto d’esser presi a sostegno delle tesi più razziste sui neri, gli zingari, gli arabi, i meridionali o addirittura gli ebrei come lo stesso Lombroso…

 

Alla fine tanti dubbi ed interrogativi che solleviamo quotidianamente, insieme alle battaglie condotte dal comitato No Lombroso, come si vede, fanno sì che il dibattito su certi argomenti porti alla luce aspetti sconosciuti che arricchiscono tesi ed antitesi. E vedrete che prima o poi anche i crani esposti nel Museo di Lombroso torneranno a casa.