“L’osceno patto tra clan del Sud e le industrie del Nord Italia” (Stella)

 

Creato il 06 dicembre 2012 da Ilazzaro

 

Fa  sorridere l’ indignazione sui fatti di Scampia. Le labbra che si storcono in un ghigno di disapprovazione. Sulla ferocia di questi terroni che s’ammazzano tra loro. E il riprovevole “fino a quando si sparano tra loro…”.

E giù, a catinelle, giudizi di valore sul come sia possibile…sul perchè la gente taccia, alludendo all’omertà che, secondo i benpensanti provenienti da altre latitudini, allignerebbe geneticamente.

Non tiratevi indietro, signori del nord. Non appartenete ad un universo parallelo. Il sangue delle mafie da voi non è ancora arrivato. Ma il business ed i soldi si. Questi e quelli non puzzano, ma prima di storcere il naso, abbiate la consapevolezza di sentirvi, con noi, con gli abitanti di Scampia, parte del medesimo problema.

Perchè? Perchè tra le (presunte) trattative stato-mafia, tra gli uomini delle istituzioni toccati da indagini sulla criminalità organizzata e (soprattutto) tra i miasmi fetidi del business dei rifiuti i tra clan del Sud e le industrie del Nord Italia, siete colpevoli anche voi.

Oggi in esclusiva, Gian Antonio Stella sul Corriere del Mezzogiorno riporta le parole del boss pentito De Simone per anni uomo di punta dei Casalesi.

 

[…]Ci spiegarono che se in una discarica in un giorno arrivano 100 camion di immondizia, l’ultimo è pieno di soldi. I soldi che entravano nelle casse del clan erano davvero molti (pari a quasi 5 miliardi delle vecchie lire, ndr). Servivano per pagare gli affiliati o gli stipendi, che arrivavano fino a 400 milioni di lire al mese». Cioè circa 400mila euro di oggi distribuiti ogni mese tra i pesci piccoli che si occupavano del lavoro più sporco. I rifiuti del Nord. (…) «Una volta capito come funzionava», si legge ancora nella deposizione dell’ex camorrista, «me ne interessai io per circa due anni e mezzo.

I rifiuti arrivano dal Nord, dai depuratori toscani, da Brescia, erano fabbriche industriali di vernici, erano lavanderie industriali, le concerie, arrivava di tutto». Da Padova, Ferrara, Torino, Milano, Varese… (…) L’uomo dei Casalesi racconta come la borghesia mafiosa ha istruito la camorra nell’avviare il business dei rifiuti tossici tasso di mortalità per tumore al fegato negli uomini negli ultimi venti anni in provincia di Napoli è salito dal 22,1% al 38%, e in provincia di Caserta dal 22,3% al 26,4%», era allarmatissimo: «Questo eccesso di mortalità, che riguarda anche altre patologie cronico-degenerative, si configura come un grave problema sociale e ambientale, oltre che sanitario, di vasta dimensione e notevole gravità».

Eppure, spiega il dossier di Legambiente, «nonostante ogni anno si scoprano tanti cimiteri dell’ecomafia, che costringono soprattutto giovani della Campania a intraprendere i “viaggi della speranza” verso i reparti di oncologia del Nord Italia per curarsi da patologie tumorali, nella regione dell’ecomafia non esiste un registro tumori.[…]

Al Nord fanno affari. Fanno girare soldi, contribuiscono (ed hanno contribuito) al “benessere” ed al miracolo della locomotiva che la lega vuole agganciare alla Germania. Al Sud le mafie strozzano, uccidono, fanno scorrere il sangue. Anche fuori ad una scuola, dove l’insegnamento obbligatorio dell’inno di Mameli si confonderà al suono lugubre dei bossoli che cadono a terra.

Al Sud trasportano i rifiuti tossici che avvelenano terre e persone.

Gente, tanta gente (l’incidenza dei tumori nell’area a nord di Napoli supera di più dieci punti percentuali la media nazionale) che poi si trasferisce al nord per curarsi. Contribuendo ad arricchire i signori della sanità made in padania.

Fratelli d’Italia? Italia un ca…

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