Napoli: la tradizione del “caffè sospeso”


Napoli: la tradizione del

C’è una tradizione, tra le tante, che rende Napoli unica al mondo. Una tradizione che non ha bisogno di marchi Dop o Sgt e che nessuna guida culinaria può esportare.

Una tradizione che vive dello spirito d’accoglienza di una città e che si nutre del “cuore” dei suoi abitanti.

Una tradizione che trasforma le persone in comunità, e la comunità in una patria con propri usi, costumi e lingua, oltre che leggi (a volte discutibili) proprie.

La tradizione del “caffè sospeso”.

Si usava nei bar di Napoli, quando una persona era particolarmente felice perché aveva qualcosa da festeggiare oppure perché aveva iniziato bene la giornata, beveva un caffè e ne pagava due, per chi sarebbe venuto dopo e non poteva pagarselo.

Era un caffè offerto ….. all’umanità. Di tanto in tanto qualcuno si affacciava alla porta e chiedeva se c’era “un caffè sospeso”…. e spesso riceveva in cambio anche un sorriso.

Il caffè sospeso è un atto d’amore verso l’umanità che necessità della fiducia non solo di colui che l’atto lo compie, ma anche del barista , la cui onestaà diventa fondamentale nella realizzazione del progetto di solidarietà.

La tradizione è stata rimpresa, recentemente, anche dall’isola di Lampedusa, isola d’accoglienza per antonomiasia. che nel dicembre 2011 ha indetto la giornata del “caffè sospeso”, in concomitanza con la giornata mondiale dei diritti umani. L’intento, quello di promuovere nella quotidianità una “filosofia solidale”.

PS: un sitariello poco informato farebbe discendere questa tradizione dal Belgio, dove in vece è stata importata, come a Londra ed in Australia, proprio da Napoli. Informarsi ogni tanto, non farebbe male…

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