Philippe Daverio: siano i napoletani fieri del loro passato autonomo e critici del loro presente unitario

Philippe Daverio interviene nella polemica dei giorni scorsi, alimentata dal direttore del Museo di Capodimonte, sulla esclusione dei musei napoletani dalla collana curata per il Corriere della Sera:

Non si offendessero i ‪#‎Napoletani‬, in quanto neanche ‪#‎Milano‬ è stata prevista. La scelta editoriale è nata in collaborazione con un grande quotidiano francese (come il nuovo direttore dei musei napoletani). Se andate su wikipedia e cercate Major museums of the word, troverete 30 musei e, al sesto posto, i musei Vaticani, i quali, come si sa, sono all’estero e non in Italia. La galleria degli Uffizi appare in fondo alla lista, dopo la National Gallery of Victoria di Melbourne in Australia e prima del MUCEN di Marsiglia, poi in fondo alla lista appare Palazzo Reale di Milano, che deve i suoi 800mila visitatori alla mia personale riforma di un quarto di secolo fa, in quanto l’anno precedente al mio intervento aveva 30 mila presenze che portai ad oltre 1 milione nel 1996. Non ci sono altri musei italiani nella lista di questi 30 musei del Mondo. Però gli italiani rimangono felici, in quanto tuttora credono alla bufala che sulla penisola vi sia il 70% dei beni culturali del mondo.

La presunzione è sempre la condizione necessaria per l’arroganza e l’arroganza è la porta d’accesso alla stupidità.

Forse un bel giorno anche il ‪#‎Ministro‬ dei beni culturali si accorgerà di questa particolare quanto drammatica situazione. Ancora più lamentevole è la questione, se si pensa che il Museo Archeologico di ‪#‎Napoli‬ è stato fondato dal simpatico Ferdinando IV, trent’anni prima che nascesse il Museo del ‪#‎Louvre‬ di ‪#‎Parigi‬, il quale oggi è il primo museo visitato nel mondo occidentale ed è secondo sul globo terrestre solo al Museo del Palazzo di Pechino.

Siano i napoletani fieri del loro passato autonomo e critici del loro presente unitario.

Ho tentato di salvare tre anni fa la ‪#‎Reggia‬ di Carditello facendola riacquistare allo stato italiano: quello dovrebbe essere un sacrario dell’umanità per i benefici che ha dato questa reggia a tutta l’umanità mondiale e cioè luogo dove fu inventato il pomodoro pelato, la mozzarella e lo spaghetto estruso con il bronzo. Senza Carditello l’umanità intera non avrebbe mai conosciuto lo spaghetto con la pummarola e la pizza; eppure la popolazione locale ne aveva cannibalizzato il restauro appena compiuto.W l’Italia in ‪#‎Europa‬ anche se l’Europa non si impegna sufficientemente a salvarla.

Una risposta a “Philippe Daverio: siano i napoletani fieri del loro passato autonomo e critici del loro presente unitario”

  1. E’ vero, siamo molto provinciali nel magnificare cio’ che abbiamo. E’ vero anche che un Museo da solo difficilmente puo” costiture la ragione di una visita in un luogo, se non per gli studiosi.E’ necessaria una sinergia che coinvolga la localita’, le strutture, i trasporti.Ed anche e soprattutto un modo di esporre l’arte stimolante e didattico, ch crei rimandi e che si rinnovi.I Musei americani in questo sono eccezionali.Abito nei Campi Flegrei e soffro dell’abbandono e dell’ i utilizzo di tanti luoghi e Musei.

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