Pino Aprile intervista Marco Esposito, con quella “stoccata” ai 5 stelle

Pino Aprile intervista Marco Esposito, giornalista del Mattino e fondatore di Unione Mediterranea, sulla pagina Facebook  appena inaugurata : “Terroni di Pino Aprile”, aprendo un interessante squarcio sul movimento meridionalista a ridosso delle elezioni regionali, all’indomani della pubblicazione, da parte del quotidiano partenopeo, di una mappa aggiornata del movimento stesso.

– Fammi cominciare con una cattiveria: come mai è uscito un lungo articolo sulla partecipazione dei meridionalisti alle Regionali in Campania proprio sul giornale per il quale lavori, Il Mattino?
“Il direttore, Alessandro Barbano, era informato in anticipo, com’è doveroso da parte mia, delle iniziative di MO! e ha detto: se c’è qualcosa che accade nella regione è dovere del Mattino raccontarlo. Così ha affidato il servizio a Pietro Treccagnoli, penna del giornale, che ha fatto un ritratto ironico, per certi aspetti, ma che conferma una realtà vivace”.
– E divisa.
“Divisa, sì. Sono divise al loro interno destra, sinistra, centro, figuriamo se non possiamo essere divisi noi che rappresentiamo un popolo colonizzato. L’importante è dare a noi stessi la possibilità di scegliere per la terra nostra e non solo tra chi prende ordini da Roma, da Milano, da Torino, da Firenze o da Genova”.
– Stoccata ai Cinquestelle…
“Quello che è successo sugli asili nido posti a zero al Sud mi ha fatto male e lascia il segno: hanno votato insieme a tutti gli altri dopo aver presentato una risoluzione che denunciava i danni che avrebbe subito il Mezzogiorno. Quindi sapevano eppure alla fine si sono accodati agli interessi del Nord”.
– Ma divisi non si va lontano. Il fondatore del movimento neoborbonico Gennaro De Crescenzo proprio al Mattino ha detto che lui a maggio andrà a mare, a Gaeta.
“Splendida località, anche se l’acqua sarà ancora freddina. Gennaro da 22 anni sostiene che non è il momento per passare all’azione. Io credo che lo scuorno dell’arrivo di Salvini al Sud, e in Campania in particolare, insieme alla evidenza di un disastro ambientale e sociale, daranno la scossa necessaria perché il nostro popolo rialzi la testa, purché alzando la testa si trovi una possibilità davanti agli occhi. MO!, nome che evoca urgenza di agire, sbaglierebbe se chiedesse voti in base al principio che gli altri sono peggio. Noi i consensi dobbiamo meritarceli con una proposta vivace e convincente, che ancora stiamo costruendo”.
– De Crescenzo si è sentito attaccato quando in una intervista hai parlato di professori meridionalisti pantofolai.
“Me ne sono sorpreso perché lui si è sempre definito, giustamente, estraneo alla cerchia dei “professori”, i custodi stanchi di della falsità storica. Custodi che finalmente siamo riusciti – e per siamo intendo i De Crescenzo, i Pino Aprile, i Marco Esposito, i Lino Patruno e tanti altri – siamo riusciti a spingere sulla difensiva, pur senza avere nessuno di noi ruoli cattedratici. E il suo ultimo libro, Borbonia Felix, non è certo scritto in pantofole!”
– Resta il fatto che la tentazione del non voto è forte.
“Vero, persino un iscritto di Unione Mediterranea, Osvaldo Balestrieri, ha annunciato il non voto attivo, cioè il rifiuto della scheda messo a verbale. Servisse davvero a lasciare qualche seggio vuoto, sarebbe un’idea da incoraggiare ma purtroppo è la protesta di un giorno e noi abbiamo bisogno di battaglie i cui risultati durino. 155 anni di passività possono bastare.”.

Sviluppi anche sull’acceso dibattito tra Marco Esposito ed il Movimento 5 Stelle accusato dal primo, verbali alla mano, di aver contribuito al desereto degli asili nido al Sud.

Scrive Esposito:

Il parlamentare dei Cinquestelle Luigi Gallo torna sulla vicenda degli asili nido posti a zero al Sud, nella quale i Cinquestelle hanno votato a favore insieme a Pd, Lega, Forza Italia eccetera eccetera, con un lunga nota dal titolo “La balla di 700 milioni scippati al SUD per darli al NORD”. La nota contiene attacchi personali e osservazioni di merito. Gli attacchi tendono ad accreditarmi come persona non disinteressata. Ammetto che sono molto interessato, interessatissimo al futuro della mia terra e per questo conduco da anni battaglie giornalistiche. Quando ho fatto politica attiva, come da assessore, mi sono messo in aspettativa com’è giusto che sia. Ma ecco la sua nota, nella quale si vede che mastica male di numeri, e la mia risposta.

 

Questa la nota di Lugi Gallo del Movimento 5 Stelle

 

Cerchiamo di fare chiarezza su una balla che sta circolando in rete e su un giornale perchè strumentale a screditare il M5S nelle regioni del SUD, proprio in prossimità delle prossime votazioni regionali in Campania e in Puglia. I dati e le critiche presentati da Marco Esposito sul quotidiano partenopeo sarebbero stati più efficaci e credibili se potessimo giurare sulla sua indipendenza di giudizio. Purtroppo non è così. Marco Esposito, giornalista di lungo corso, tra il 2011 e il 2013 è stato assessore alle attività produttive a Napoli, nella Giunta De Magistris. Contemporaneamente, era caposervizio al Mattino. A un mese dalla conclusione di quell’esperienza politica, Esposito viene nominato eletto segretario di Unione Mediterranea, movimento politico per il riscatto del Sud che magari si presenterà alle prossime elezioni regionali in Campania. Ecco, non si tratta esattamente della figura più disinteressata che si ci si possa immaginare per scrivere di questi temi .

Nell’articolo viene affermato che per agli asili nido del Mezzogiorno non sono stati riconosciuti 700 milioni di fabbisogno reale e che sono stati ripartiti tra i comuni del Nord e scippati al SUD”. Questa affermazione è falsa. Innanzitutto 700 milioni sono la cifra che andava ripartita tra tutti i comuni italiani per il finanziamento dei servizi sociali e i servizi di istruzione nel 2010, compreso asili nido. Oggi questa cifra è molto più bassa per i tagli che in questi anni hanno fatto i governi, compreso Renzi. Inoltre nella commissione bicamerale sul federalismo fiscale in via prudenziale si è deciso all’unanimità di adottare il fabbisogno standard solo per il 10% delle risorse da distribuire perchè è importante monitorare il processo per verificare l’attendibilità della procedura di raccolta dati dai comuni e l’affidabilità della formula per il calcolo del fabbisogno standard. Quindi per tutte le informazioni suddette la cifra di cui si sta parlando è stimabile intorno ai 40 milioni.

Ma non è solo la cifra ad essere falsa, ma anche la contrapposizione NORD e SUD. Dalle immagini allegate si può osservare ad esempio come sia variegata la situazione tra regioni, province e comuni. Sono in verde i territori che con l’applicazione del fabbisogno standard riceveranno complessivamente un aumento di risorse provenienti dal fondo perequativo e in rosso una riduzione di risorse. Si evince subito quindi che in realtà anche nella stessa Campania ci sono comuni come San Giorgio a Cremano che avrebbero dovuto tagliare risorse se il fabbisogno standard fosse applicato anche per i servizi di istruzione, asili nido e i servizi sociali.

Il M5S in Parlamento ha sempre sostenuto la diffusione del fabbisogno standard perchè se un determinato servizio deve costare X è giusto che chi amministri si avvicini ad un efficienza di spesa. Ma ancora prima è necessario la definizione dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) per i quali i governi sono in storico ritardo. E’ questo il vero tassello che manca. I LEP indicano dei valori minimi di servizi che devono essere garantiti in tutto il Paese indipendentemente dalla classe politica che l’ha governato fino a quel momento. Ed è questo quello che chiediamo con la risoluzione depositata in commissione cultura da novembre, che speriamo di discutere al più presto, nonostante l’opposizione del PD. Servirà a superare definitivamente i criteri di spesa storica e stanziare le risorse minime ai nidi d’infanzia, al tempo pieno, alla ristorazione scolastica e tutti gli altri servizi di istruzione in ogni territorio.
Luigi Di Maio Andrea Cioffi Maria Marzana portavoce a 5 stelle Manlio Di Stefano – M5S Federico D’Incà MoVimento 5 Stelle Mario Michele Giarrusso Cittadino a 5 Stelle Gianluca Rizzo Cittadino a 5 Stelle Roberto Fico

 

La risposta di Marco Esposito

 

Gentile Luigi Gallo, vedo che le cifre “ballano” e non poco. I fabbisogni standard per i Comuni sono calcolati su un volume di spesa di 33.905 milioni di euro. Di questa somma per due soli capitoli Istruzione (che pesa per il 13,50% del totale) e Asili nido (3,57% del totale) si è utilizzato il criterio della spesa storica in assenza dei Lep, come ben sai dalla risoluzione a tua firma. Ora, caro Luigi, prendiamo insieme una calcolatrice e vediamo quanto fa il 13,50% di 33.905 milioni. Viene anche a te 4.577 milioni? Bene. Ora facciamo il 3,57% di 33.905. Ti trovi 1.210 milioni? Bravo. In tutto sono 5,8 miliardi di euro ripartiti con un criterio che, uso le vostre parole, penalizza il Mezzogiorno. Ciò porta, tradotto in soldoni, una sottostima a regime di 700 milioni del fabbisogno standard del Sud, se tale fabbisogno è posto uguale alla media nazionale. Occhio che quest’anno si parte non dal 10% come tu scrivi ma dal 20% di applicazione del fabbisogno standard. E il simpatico bellunese Federico D’Incà aveva proposto di inserire il 30-40% secondo quanto ha dichiarato l’altra correlatrice, Maria Cecilia Guerra, la senatrice del Pd insieme alla quale avete scritto il provvedimento che sconfessava la vostra (nobile) risoluzione. Ecco la fonte dei dati

 

http://www.mef.gov.it/…/Relazione_Riepilogativa_delle_deter…

Quanto al fatto che abbia scritto un articolo “proprio in prossimità delle elezioni regionali” sono argomenti da complottismo da tre soldi. L’articolo è uscito subito dopo la pubblicazione dei verbali e fa parte di un’inchiesta cominciata nel marzo 2014 dopo la pubblicazione dei dati Copaff e proseguita per mesi, con momento di punta l’intervista a Graziano Delrio il 30 agosto 2014, quando il sottosegretario ammise che sugli asili nido e l’istruzione c’erà stato un “errore tecnico grave che correggeremo”. Ora non solo non hanno corretto, ma possono persino vantarsi di avere ottenuto in Bicamerale il sì unanime, Cinquestelle compresi.

 

La campagna elettorale sul fronte degli indecisi e dei delusi è iniziata ed anche la caccia al voto “meridionalista” che sta formando una propria coscienza e quindi influenzerà le prossime elezioni regionali in Campania.