Pozzuoli fürdő, atmosfera da bagno termale sovietico nella città della Loren

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Io non lo sapevo che la mia città, Pozzuoli, nascondesse atmosfere da Goodbye Lenin. Non sapevo che sul lungomare devastato dall’industria pesante dell’Italsider i puteolani si fossero riappropriati di un pezzo di natura trasformandolo in bagni termali. In stile Széchenyi fürdő. Avete presente? Acqua sulfurea, vapore che risale dalla riva, gruppi di persone che chiacchierano su panchine immerse nell’acqua o giocano a scacchi, come si vede nei documentari in bianco e nero dell’Ungheria sovietica.

Non v’è la mano dello Stato (figuratevi) o dal privato: qui tutto è stato una conquista popolare. Scelta con coscienza ed autogestita.

acqua calda
acqua calda

Da quando un gruppo di uomini di buona volontà s’è ricordato che quel punto della riva del “lungomare di Via Napoli” nascondeva delle fonti d’acqua termale sottomarina. Fonti che da ragazzini scoprivamo scavando la sabbia vulcanica con i piedi.

 

Di lì, piccone in  pugno, hanno spaccato ed eliminato la “loppa” ovvero tutti i residui di lavorazione dell’industria pesante dell’Italsider (che per fortuna non c’è più) che hanno violentato e coperto la costa puteolana. Perchè nessuno ha detto a Renzi che anche questa è un’area da bonificare e che in mezzo alla loppa chissà che cazzo c’è impastato.

Scoperta la fonte di acqua termale (siamo intorno ai 70/80 gradi centigradi credo), hanno diviso, con grossi sassi d’origine vulcanica, un’area di una ventina di metri quadri, con tre piscine. Ciascuna con una gradazione diversa: calda, tiepida e fredda. Poi hanno poggiato delle lunghe tavole di legno, puntandole contro gli scogli più grossi, a mò di panchine, in modo da fornire delle sedute per chi vuole evitare il contatto diretto con i sassi bollenti che giacciono sul fondo.

Quindi un cippo: “Terme Popolari”, che finiscono per solleticare fantasia e nostalgia post sovietica (ed infatti la domenica le terme popolari sono piene di badanti dell’est europa che respirano aria di casa).

acqua tiepida
acqua tiepida

Ma Pozzuoli è anche greca e latina, oltre ad avere profonde radici cristiane (San Paolo nel suo viaggio verso Roma scoprì a Puteoli una delle prime comunità cristiane), così qualcuno, per stemperare il clima troppo “popolare e comunista”, ha apposto su un secondo cippo, un’ ulteriore indicazione “Balneum Sant’Anastasiae”.

Stamattina mi sono unito anche io alla comitiva degli utenti delle terme popolari, alla faccia dei ticket, della Lorenzin, della fertilità e della cervicale che mi ha tormentato tutta la notte. Ad accogliermi, sullo sfondo in cemento prospiciente il tratto di mare, un manifesto di Star Wars (?!?!) e dei cartelli “Opera realizzata con fondi europei”. Ironia tipicamente puteolana, eclettismo da fumarole, cartelli posticci che indicano l’indole anarchica di un popolo capace di prendersi quanto gli appartiene, a prescindere dall’ordine costituito, e di metterlo a disposizione della collettività.

acqua fredda
acqua fredda

Quando arrivo chiedo se c’è posto, una coppia si sposta e mi cede il proprio. Poi mi accorgo di non avere uno strumento per bagnarmi la nuca con quell’acqua che sgorga dalle viscere della terra.

“E qual’è u probblaem”, dove sta il problema, mi incalza un anziano con la pelle cotta dal sole porgendomi un recipiente di plastica, un innaffiatoio artigianale. Non è l’unico, ce ne sono una decina. Ognuno ne usa uno, lo condivide e quando va via lo ripone al proprio posto. Anche i tempi sono scanditi con regolarità e ordine. Quando i nuovi arrivano chi è immerso da più tempo, si sposta lasciando libero il proprio posto.

Mi accomodo accanto ad una signora sulla settantina, viveva a Mergellina, poi cinque anni fa ha deciso di spostarsi a Pozzuoli. Intorno a lei tre persone che ascoltano pillole di

Balneum Santanastiasiae
Balneum Santanastiasiae

storia. La donna, con accento da napoletana borghese, non si lascia intimidire dal suono gutturale e della vocali fortemente alterate di noi puteolani proletari (oltre che dall’articolo “U” in luogo del partenopeo “O”, eredità tipicamente greca) racconta dello sbarco mitico di Enea sui nostri lidi e del valore della lingua Napolitana fino a 155 anni fa, quando a sud del Tronto era quella ufficiale del Regno delle Due Sicilie.

Nessuno scivola con la propria mente sul fatto che quel dono prezioso della natura, nasconde una verità terribile e devastante: lì sotto ci sono gas e magma. La tremenda caldera dei Campi Flegrei.

eclettismo balneare puteolano
eclettismo balneare puteolano

I “bagnanti” di Pozzuoli Furdo ci scherzano, il piano di evacuazione li trasferirebbe a Milano, dove “le autiste degli autobus sono tutte belle donne”. Quanto invece li preoccupa sul serio è l’assegnazione delle concessioni di quel tratto di mare. Quello si, potrebbe consentire al gestore assegnatario della concessione di mettere fine alle terme popolari e alla loro gratuità.