Gli emigranti meridionali nel “primo quarto del secolo corrente, avevano mandato, a mezzo di rimesse dei Banchi di Napoli e di Sicilia, oltre venti miliardi di lire oro, valore 1910, e altrettanti ne avevano spediti in lettere raccomandate o portato a mano”. Un’immensa ricchezza per le finanze italiane che così potevano pareggiare i conti con l’estero e a volte chiuderli in attivo, tanto che Guido Dorso ha scritto: “I dollari che gli emigranti mandano nel paesello natìo vengono pompati, drenati a favore del Nord,seguono la stessa via delle piastre d’argento borboniche e dei napoleoni d’argento e d’oro che la borghesia terriera custodiva nel 1860. Tutte le banche settentrionali che fino ad allora avevano ignorato il Mezzogiorno, si precipitano a taglieggiare il Sud, e lo Stato completa l’opera con i depositi postali e i titoli di rendita”
Da chi sono controllate le fondazioni bancarie? Generalmente dagli enti locali. L’obiettivo delle fondazioni bancarie sarebbe dunque quello di raccogliere dividendi dalle banche che controllano, per reinvestirli sul territorio di origine. (Marco Esposito in “Separiamoci”,racconta perfettamente il fenomeno).
Sotto, in corsivo, un estratto del diciottesimo rapporto dell’ ACRI (l’associazione delle fondazioni e delle casse di risparmio) :
Per quanto riguarda il primo aspetto, le 47 Fondazioni che hanno sede nel Nord del Paese hanno complessivamente un patrimonio di oltre 31 miliardi di euro, pari al 74,7% del patrimonio complessivo. In particolare nel Nord Ovest del Paese, dove risiedono 6 delle 18 Fondazioni di grande dimensione, il valore medio del patrimonio è più del doppio della media generale (1.107 milioni di euro contro479). Il Nord Est ha una presenza più diffusa di Fondazioni (30), ma un valore medio del patrimonio più contenuto della media (423 milioni di euro). Il Centro, che pure conta 30 Fondazioni, ha valori patrimoniali medi ancora più contenuti, con 290 milioni di euro.
La distribuzione territoriale e dimensionale sopra evidenziata ha come conseguenza che alle regioni del Sud dell’Italia viene destinato un minor volume di attività istituzionale (con un linguaggio più crudo, vengono destinati molti, ma molti meno soldi, ndr).
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