Reddito medio? Meglio polacco che napoletano

I  dati dell’istituto europeo di statistica certificano una tendenza che da qualche anno ha luogo tra Napoli e la sua provincia.

Basta recarsi, di domenica o giovedì pomeriggio, in una delle ville comunali di una città della provincia partenopea per accorgersi che diminuisce il numero di badanti polacche in libera uscita. Un andamento lento che è iniziato con le prime migrazioni al contrario degli uomini che ritornavano in patria, ed investivano il denaro guadagnato per mettere su piccole aziende edili, con maggior profitto che in Campania. Seguiti successivamente dalle mogli consce del fatto che tenere a bada gli anziani locali, conto terzi, non era, ormai,  più tanto redditizio.

I dati non sono recenti (sono fermi al 2011) ma l’impressione degli analisti è che la situazione non abbia subito alcuna inversione di tendenza, anzi il divario, ad oggi, potrebbe essere addirittura aumentato, frutto di una decrescita che trae origini dai primi anni del duemila.

Nella fattispecie specifica il reddito dei polacchi era di 16.400 euro contro i 16.100 dei napoletani.

L’analisi comprende non solo quanto prodotto dagli individui, ma tiene in considerazione anche il differente costo della vita, gli affitti più alti o quelli più o buon mercato, la presenza di servizi più economici o meno, elementi determinanti quanto lo stipendio percepito.

Solo per inciso, nel bienni 2012-2013 la Polonia è cresciuta più dell’Italia, frutto anche di un migliore investimento dei fondi europei ricevuti. Il paese infatti, dopo l’adesione all’Ue avvenuta nel 2004, è stato quello che ha ricevuto più di tutti in termini assoluti. Nel periodo 2007-2013, ha ricevuto finanziamenti per 80 miliardi di euro, di cui 67,3 miliardi provenienti da fondi strutturali e di coesione, e 14 miliardi da finanziamenti per l’agricoltura

Solo a titolo di esempio a fronte dei 74 miliardi investiti, ben il 97,5% dei fondi della programmazione 2007-2013, c’è stato un ritorno, in contratti stipulati di circa 98 miliardi di euro, con 24 miliardi di utili.

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