Rinvio a giudizio per razzismo antimeridionale su Facebook

A prescindere dall’esito del processo, questa notizia raccoglie il frutto di anni di denunce e di lotta contro il razzismo antimeridionale che trova terreno fertile sui social newtork.

Riguarda una vicenda di un paio di anni fa che ricordiamo bene e denunciammo anche da questo blog, anche se nel corpo del testo che leggerete, il nome ed il cognome della persona rinviata a giudizio, dal tribunale di Monza, sono celati.

Questo il comunicato dell’Avvocato Pisani che racconta la vicenda e la sua costituzione come parte civile.

«Intendiamo lanciare un segnale forte per far capire a tutti che la dignità dei cittadini italiani, siano essi meridionali o settentrionali, va rispettata.

E se non lo si comprende per senso civico, gli artefici lo capiranno pagando di tasca propria per le offese». E’ quanto annuncia l’avvocato Angelo Pisani, presidente della Ottava Municipalità di Napoli, che insieme al penalista Sergio Pisani ha denunciato una internauta di stampo leghista residente a Desio (MI), autrice di post sui social network in cui si augurava una catastrofe naturale tale da distruggere l’Italia meridionale ed i suoi abitanti. Pisani, che ha ottenuto la citazione diretta a giudizio della donna, si è costituito parte civile nel giudizio aperto al Tribunale di Monza.


La signora, dopo aver diffuso sul web la sua assurda propaganda xenofoba contro i meridionali, dovrà ora rispondere del reato di discriminazione territoriale. Nella citazione a giudizio della Procura di Monza si legge infatti che D. G. è imputata «perché propagandava idee fondate sulla superiorità razziale ed etnica degli italiani settentrionali rispetto ai meridionali e commetteva atti di discriminazione razziale ed etnica fondata sulla superiorità sopra indicata». A ottobre 2012 – ricorda il pubblico ministero Emma Gambardella – la signora aveva inserito nel suo post una foto satellitare dell’Italia dal Lazio in giù, foto commentata con frasi come «Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili».


Il riferimento legislativo è in primo luogo alla violazione della Legge n. 164 del 1975, con la quale il nostro Paese ratifica la convenzione internazionale sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale.
Pisani, che nel giudizio si è costituito parte offesa come presidente della Municipalità a nome dei cittadini meridionali, tiene ora a sottolineare: «La condanna che potrebbe arrivare in questo processo rappresenterà un importante argine alla violenza, anche di connotazione razziale, che avvelena lo sport italiano, il web e la convivenza civile. E’ ancora forte – aggiunge Pisani – l’onda emotiva nel Paese per il ferimento a morte di un giovane, innocente tifoso di Scampia dinanzi allo stadio Olimpico.

La famiglia di Ciro Esposito ha impartito al Paese una grande lezione di civiltà con i suoi ripetuti inviti alla non violenza. In tal senso con la nostra denuncia, e ora con la costituzione di parte offesa a Monza, intendiamo dare un segnale forte a tutti coloro che offendono i valori dello sport con atti di discriminazione e razzismo. Vogliamo contribuire concretamente ad arginare simili focolai e a riportare l’attenzione di tutti sul rispetto della dignità. Chi fomenta l’odio, d’ora in poi imparerà le regole del comportamento civile a suon di risarcimenti danni, pagando di tasca propria. Sarà il modo migliore per farli smettere».

Questo è un risultato importantissimo per chi quotidianamente combatte contro una forma di razzismo latente ma presentissima in Italia. Ed un avvertimento, continueremo a vigilare e segnalare ogni episodio. Senza fare un passo indietro.

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