Risolvere il problema nella Terra dei Fuochi? Acquistate altre dieci, cento, Carditello

Esercito? Droni? Milioni di euro spostati dalla Terra dei Fuochi all’Expo? La soluzione al dramma dell’area a Nord della Campania è semplice e proviene direttamente dalla mano lorda di sangue e rifiuti tossici della camorra.

La notizia è di questi giorni, nuove (le prime qualche mese fa) minacce, inviate a Il Mattino, all’ex Ministro Massimo Bray, un deputato meridionale, salentino per la precisione, che faceva il Ministro dei Beni Culturali nel Governo Letta. Un uomo che senza scendere a compromessi con nessuno fece quello che lo Stato avrebbe dovuto fare, riprendersi la Reggia di Carditello nella piena disponibilità della criminalità organizzata, dal dì che, come scrive Gian Antonio Stella dopo l’Unità d’Italia nel bottino del re Vittorio Emanuele II, che già aveva le sue tenute dove sfogare la passione venatoria a Venaria e a San Rossore, la reggia agreste fu affidata perché se ne occupasse all’allora capo della camorra locale. Il primo di tanti errori e tante scelleratezze. Che importava, ai Savoia, di quella meravigliosa proprietà terriera.

Fino a quando, affascinato dall’Angelo di Carditello, la buonanima di Tommaso (e da associazioni che parlavano di Carditello quando gran parte degli intellettualoidi radical chic credeva si trattasse di un liquore aromatico e di un capriccio da “suddisti bobbonici”)che se ne prendeva cura a gratis, come sovente accade da queste parti, tra la gente che ama visceralmente la propria terra e non fa notizia e che cerca di supplire alle carenze dello stato (nonostante gli stereotipi diffusi a certe latitudini forse per spostare l’attenzione da affari oggetto delle cronache giudiziarie, chissà) un ex ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray, in punta di piedi decise di riacquistarla e toglierla alla disponibilità di quella vasta congerie di individui che ne disponevano un pò come volevano. Rispettando, la vasta congerie, se vogliamo, proprio il primo affido fatto da Vittorio Emanuele II. Un monnezzaio per i comodi altrui, proprio come hanno fatto con la Terra dei Fuochi nei cui confini, ironia della sorte, Carditello si ritrova.

Come diceva Raffaele del Giudice in “a Biutiful Cauntri” , riferendosi alla provincia di Caserta: hanno reso questo posto un posto di merda, senza un museo, un cinema, un centro d’aggregazione, un centro culturale, una università, coscientemente. Perchè altrimenti non avrebbero potuto interrarci monnezza tossica proveniente da ovunque e trasformarlo nella pattumiera d’Italia. Carditello ha dimostrato che lo Stato può togliere, concretamente, terreno alla camorra e restituire esperienze di “bello” alla popolazione.

Al di là della retorica Bray ha rimesso un presidio dello Stato in un’area che evidentemente è cruciale per gli interessi malavitosi, per questo motivo, la seconda tranche di minacce che forniscono la risposta a come risolvere il problema della Terra dei Fuochi e della criminalità organizzata diventata sistema: creare luoghi d’arte, di interesse pubblico, di “presenza” fisica dello Stato. Sempre che quest’ultimo abbia interesse a farlo visto che Bray è stato rimosso dal tandem Renzi/Delrio che ha pure spostato a Milano i soldi destinati alle aree interessate.

C’ero anche io, un anno e mezzo fa, a Carditello anche per ringraziare Bray, che quel giorno sembrava Luigi Necco quando faceva i collegamenti dal San Paolo negli anni di Maradona, con gente intorno che lo acclamava. Credetemi, c’era tanta, tanta gente quel giorno, come da chissà quanto tempo la piccola reggia non la vedeva. Altro che omertosa. Era lì. Presente e sfrontata.

L’acquisto di Carditello ha dimostrato a loro (e alla camorra che controlla il territorio con logiche e direttive colonialiste, seguendo logiche proprie ed altrui) che non meritano solo monnezza e tumori,e che possono aspirare al bello, ai luoghi dell’arte e a briciole di sviluppo e turismo. L’Armageddon dell’interramento dei rifiuti tossici, mettetevelo in testa, è iniziato con la crisi dell’agricoltura in Terra di Lavoro che ha eliminato le sentinelle di controllo fisico del territorio ed ha costretto tanti a “concedere”, consapevolmente o inconsapevolmente” terreni ai signori delle ecomafie.

Volete risolvere il dramma della Terra dei Fuochi? Acquistate altre cento Carditello.

PS: nel frattempo già dopo le prime minacce, Massimo Bray è finito sotto scorta, pur non avendo scritto alcun best seller di successo o sceneggiato serie televisive di grido. Solo per aver fatto il proprio dovere ed aver restituito brandelli di dignità ad un territorio.