Salento: premiati per le nanofibre

Creato il 19 gennaio 2013 da Ilazzaro

Salento: premiati per le nanofibre

Il Sud che eccelle, ma di cui si tace, un articolo di Stefano Manca su Lecce Sette:

In Italia viene chiamato Consiglio Europeo della Ricerca, ma nel mondo è noto come Erc, cioè European Research Council. Si tratta di un’agenzia indipendente per il finanziamento in Europa della ricerca di frontiera in tutte le discipline: dalle scienze matematiche, fisiche e naturali all’ingegneria, fino ad arrivare alle discipline umanistiche. 
Oggi è all’Università del Salento che questo prestigioso ente internazionale ha riconosciuto un importante traguardo. Infatti il Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi” è risultato vincitore di un “ERC Starting”, un progetto che premia le migliori proposte di ricerca provenienti da ogni nazionalità. Così, a spuntarla è stato il “Nano-Jets”, un progetto coordinato dal professor Dario Pisignano e che vedrà la partecipazione attiva dell’Istituto Nanoscienze del Cnr, ubicato presso il Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie di Lecce.

Ma cos’è, nel dettaglio, il “Nano-Jets”, finanziato con un milione e mezzo di euro? È un lavoro che avrà durata quinquennale e si occuperà di “nanofibre polimeriche di prossima generazione”. In sostanza, si tratta di filamenti sottilissimi (le nanofibre, appunto), migliaia di volte più sottili di un capello, da applicare ad innovativi dispositivi laser. Ed è proprio nella composizione di queste nanostrutture che l’equipe del professor Pisignano eccelle egregiamente, grazie anche a collaborazioni di alto livello acquisite in questi anni in Europa. Le ricadute del progetto saranno intersettoriali, dalla fisica di base all’ingegneria dei nanomateriali. La maggior parte del budget ricevuto dall’European Research Council sarà investito nella formazione di personale scientifico di alta specializzazione, dottorandi di ricerca e ricercatori.

Come dicevamo all’inizio, quello ricevuto dal Consiglio Europeo della Ricerca è un traguardo prestigioso per la scienza “made in Salento”, che nell’accesso ai fondi è riuscita a sbaragliare la concorrenza di nazioni come Gran Bretagna, Francia e Germania, Olanda, Spagna e Svizzera, paesi che rispetto all’Italia destinano alla ricerca molte più attenzioni e risorse da parte dei rispettivi governi. E non si tratta di una “vittoria” casuale o sporadica. L’anno scorso infatti a vincere il medesimo bando era stata un’altra mente dell’Università del Salento, la professoressa Laura De Lorenzis del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione.

Sono fatti da tenere in alta considerazione, soprattutto alla luce delle recenti cronache che vedono l’ateneo salentino impantanato tra scandali e inchieste attorno alla gestione di fondi e incarichi. La professionalità e la bravura dei ricercatori nostrani riesce -evidentemente- ad andare oltre.

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