Santià al Sud: i conti migliorano ma cure pessime

da iapreliuocchie.it

Cosa ci si aspetterebbe dalla sanità italiana, così come principio garantito dalla carta costituzionale (articoli 3 e 32) ? Che chi necessità di assistenza medica venga curato bene, ovunque si trovi e chiunque esso sia.

Il paradosso è che invece, giù al Sud, nella landa dei terroni, i conti della sanità iniziano ad essere in regola, solo che, piccolo particolare, le cure sono sotto gli standard minimi. Che sarebbe un po’ come dire che in una famiglia il conto corrente è a posto solo che non si riescono a comprare libri e cibo per i figli. O che ho la febbre alta però ci sono 50 euro in più nel portafogli. Grazie.

Dice la Lorenzin:

 

Il punteggio minimo da raggiungere per essere adempienti rispetto all’attuazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ha spiegato il ministro, “è 160 ma dai primi risultati del 2015, anche se non ufficiali, sono ancora sotto soglia la Calabria (147 punti), il Molise (156 punti), la Puglia (155 punti), la Sicilia (153 punti) e la Campania con 99 punti”. Il dato della Campania poi, ha sottolineato, “è davvero preoccupante perché, rispetto al 2014, dove la regione raggiungeva un punteggio di 139, nell’ultimo anno si è notato un calo di ben 40 punti”. Ad aver peggiorato le performance rispetto al 2014, ha precisato, “sono però anche Puglia, Molise e Sicilia”

Si può curare un cittadino con calcoli ragionieristici? E’ evidente che no, e senza investimenti pubblici, i cittadini delle regioni meridionali vengono curati peggio.

Sapete ciò cosa genera? La cosiddetta migrazione sanitaria : i cittadini sono costretti a spostarsi al Nord per curarsi arricchendo alcune regioni settenttrionali che si pappano un giro d’affari di quasi 4 miliardi, ma la condizione è che le regioni del Sud continuano a non essere autosufficienti e quindi a esportare i loro malati, cioè a fare da miniera dalla quale estrarre la materia prima.

Ed arricchendo il settore privato convenzionato.

in parole povere  con il de-finanziamento, o meglio il taglio ragioneristico verso la sanità delle regioni meridionali, si sta accentuando la spaccatura tra nord e sud, e tra regioni e regioni.