Signori miei, con 200mila euro vi comprate pure l’innocenza

Quanto sono omertosi questi terroni. Quanto intimamente legati a sentimenti di mafia e rapina, come sosteneva Gianfranco Miglio, uno degli ideologi della lega, tanto da auspicare un Sud consegnato interamente al governo delle mafie.
Quanto conniventi i cittadini di Casale, dell’agro aversano, della Terra dei Fuochi che hanno liberamente lasciato che la mondezza tossica proveniente da tutta Italia gli finisse sotto alle natiche e li decimasse, e ci decimasse coi tumori. Giusto per impedire il collasso dell’economia nazionale.

In una delle sue prime interviste, l’icona pop dei pentiti, Carmine Schiavone, che si concede alla stampa come un santone dimenticandosi che è uno degli artefici dei nostri mali,  ammetteva le profonde connivenze tra stato e mafie riconoscendo candidamente la mancanza di volontà nel risolvere il problema.
O’ sistema nasce quando viene delegato a Tore e Criscienzo l’ordine pubblico a Napoli. Quando uno Stato fragile e impotente, si consegna mani e piedi ai signorotti locali che, non gli par vero, da bande di strada che erano, riescono ad organizzarsi e a giustificare pure nuove entrate illecite, le prime forme di pizzo, col nome di Garibaldi, “è roba e zi Peppe” , (quel Peppe agevolato al suo ingresso a Napoli dalla camorra stessa) dicevano quando la merce di contrabbando transitava senza pagare dazio. E i soldi finivano nelle tasche della camorra.

Nel mosaico di trattative, di scambi tra industria nazionale e camorre, di patti tra colletti bianchi e uomini con coppola e lupara, di politica e clientele, oggi si aggiunge una nuova tessera. Di quella che tutti immaginano e sussurrano ma…mancano sempre le prove per dimostrarlo.

E chissà che questa volta non si riesca a dimostrarlo. La camorra pagava per farsi assolvere ai processi. Secondo quanto rivela Jovine, il pentito, con un tariffario ben definito che arrivava fino a 200 mila euro, pagabili anche a rate, (la pratica, detto così, incidentalmente, pare abbia pure precedenti illustri in Italia, vi ricordate di quel noto imprenditore brianzolo che sistemò, pagando, per un lodo arbitrale favorevole?) per corrompere giudici ed uscire puliti.

E allora ti spieghi tante cose. Ti spieghi gli intoccabili notabili del luogo, così chiacchierati, sempre al loro posto. Elementi funzionali al controllo di tipo coloniale di un territorio che non deve alzare la testa. Deve restare così, supino e funzionale agli interessi della ricchezza altrui che non arreca alcun beneficio al territorio. Anzi serve per aumentare il Pil nazionale.

Ti spieghi il viso impotente ed il sospiro dei carabinieri delle piccole stazioni di provincia con cui scambi qualche chiacchiera al bar ed allargano le braccia quando ti chiedi perchè tizio e caio siano ancora lì a farsi i fatti loro. Ti spieghi il “ma chi te lo fa fare” alla volontà di denuncia, quando scopri che dei camion,  hanno trasformato un campo di periferia, piuttosto nascosto, in una discarica abusiva.

Ti spieghi pure perchè, in una paradossale inversione dei ruoli, nei rapporti dell’intelligence,  i manifestanti che protestano contro la gestione di una discarica diventano camorristi, ed i camorristi veri in realtà fanno affari proprio coi rifiuti di quella discarica.

Il male non è nei quartieri dimenticari da Dio e dagli uomini, dove “ha origini antiche quanto la Bibbia”. Lo spauracchio che fa piacere osservare, quello su cui spostare l’attenzione. La gente di strada, i disperati, la base di una piramide che ha nei vertici l’innocenza che si paga con gli euro della droga e delle armi. Col welfare state di una camorra che arriva proprio là dove non se ne frega nulla di arrivare lo stato.

Gomorra nun è a Scampia, nun è a Casale, ma a vuie che ve ne fotte… Gomorra è pure nelle stanze che, se vero ed accertato, generavano sentenze che partorivano colpevoli innocenti pagati a peso d’oro.

Come dice pure Padre Zanotelli, è inutile parlare di legalità quando la giustizia sociale non esiste. Quando diventa solo un bel discorso esibito in pubblico per prendere voti e fare bella figura sulle poltroncine di alcantara della tv.

La lotta alla mafia senza giustizia sociale, avallando discriminazioni che si riverberano nella vita dei cittadini, che svuotano territori di menti e braccia,  senza ostegno reale alla economia “pulita” (sostegno fatto di parità di condizioni, infrastrutture e quanto altro occorra epr essere al pari delle altre aree del paese), è una volontà velleitaria. Un modo come un altro per fare business e spostare equilibri di potere.

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