“Studenti meridionali vero serbatoio della classe dirigente”

Da qualche anno si registra un nuovo fenomeno di intolleranza, a certe latitudini. Fomentato nella maggior parte dei casi da emigranti che hanno cambiato accento e che intendono lavarsi del peccato originale di terronitudine.

Basta con questi studenti che dal Sud si muovono al Nord e tolgono posti alle università. Pià avanti, nella lettura del post, capirete le ragioni di questa insofferenza

Era l’ 8 ottobre del 2013 quando commentavo due giornalisti, Intravaia e Zunino che scrivevano dalle pagine de la Repubblica:

“Benvenuti al Sud”. Centinaia di studenti ammessi al test di Medicina e Odontoiatria sostenuto al Nord saranno costretti a trasferirsi se vorranno indossare il camice bianco. La graduatoria nazionale, con oltre 69mila candidati pubblicata lunedì scorso, ha infatti fornito i suoi primi responsi: atenei del Nord presi d’assalto e studenti settentrionali obbligati a spostarsi a Sud se vorranno coronare il sogno di una laurea in Medicina.

 

E Zunino:

Il problema(sic!,ndr) che si appalesa adesso è che otto borse su dieci (in tutto 715) sono andate a maturati del Sud. Solo il 9 per cento al Nord. Una sproporzione sensibile e per due ragioni, entrambe disdicevoli. Al Sud i voti della maturità sono da sempre più alti (per percorsi di studio spesso meno duri). E poi i ragazzi diciannovenni meridionali sono più disposti a lasciare casa e facoltà vicina, perché al Nord ci sono università più attrezzate e perché i giovani del Sud hanno la consapevolezza che per crescere socialmente l’emigrazione è un passaggio necessario.

 

Elevando a valori e necessità aspetti deleteri per il mezzogiorno, come l’emigrazione o alimentando inutili stereotipi o clichè.

Sergio Romano, in un libro intervista pubblicato qualche anno fa: «Il Sud – diceva Romano – non vuole modernizzar si perché ormai ha costruito un’economia dell’antimodernizzazione che a modo suo fun ziona.Certo,ci sono numerosissimi meridionali che si ribellano a questo stato di cose. Una buona parte di loro ha preso la strada del Centronord». È la tesi che attribuisce per intero al Mezzogiorno la responsabilità del suo declino. (Il Mattino 23/3/2014)

Romano non teneva conto, tra l’altro, del fatto che ormai l’emigrazione ha varcato i confini (cosiddetti) nazionali, finendo per fare, come qualche secolo fa, le fortune di altri Paesi dove studenti e imprenditori, in larga parte meridionali, le fortune dei paesi che li ospitano (e danno dei sonori ceffoni agli alimentatori di luoghi comuni sui meridionali stessi).

Di questo si parla oggi in un ottimo editoriale di Alessandro Barbano sul Mattino (che finalmente ha smesso di essere solo la succursale napoletana del Messaggero). Il pretesto? Questa notizia:

Lecce, Modica, Rieti, Foggia, Napoli, Solo fra, Crotone, Crotone, Lecce, Bari, Crotone, Foggia, Avezzano, Erice, Taranto, Avellino, Campi salentina, Bari… Bisogna arrivare al26esimo posto per trovare il primo studente
del Nord, per l’esattezza di Verona, nella graduatoria del test di ammissione alla facoltà di Medicina dell’Università Cattolica. I meridionali hanno una maggioranza schiacciante tra i 270 vincitori, più ampia di quel 60 per cento che fanno registrare sul totale dei 7390 candidati.
Che vuol dire? Molte cose insieme. La prima è che il ministero dell’Istruzione dovrebbe riflettere sull’attendibilità del suo sistema di valutazione, o meglio su una sua superficiale lettura che boccia senza «se» e senza «ma» la qualità dei saperi al Sud. Ci sono a queste latitudini
scuoled’eccellenza.Sono il sedimento di un antico primato culturale del Mezzogiorno,che pure va lentamente sfibrandosi. Ed è proprio questa la seconda indicazione che viene dai numeri della Cattolica: i figli del Sud sono ormai il vero serbatoio della classe dirigente di un Paese dove, come ha spiegato l’altro ieri il presidente dell’Istat Antonio Golini in una conferenza all’Accademia dei Lincei, la curva degli over 65 supera quella degli under 20.

Insomma alla faccia degli adulatori del pensiero lombrosiano dei giorni nostri e di chi dice che al Sud regalano voti e lauree (e tacciono sulle lauree farlocche albanesi e quelle ottenute con discutibili aiutini di amici e parenti).

Ed alla faccia anche di quei test Invalsi che, come testimonava una giornalista de La Stampa (leggi qui), generava, in molti casi e non nel bistrattato Sud, ipotesi di imbrogliucci e ottimi risultati sospettosamente “seriali”.

Sarà questo che spiega l’intolleranza ed il fastidio per una certa motilità geografica per motivi di studio?

Ed intanto, gli atenei del Mezzogiorno si svuotano di studenti, menti e soprattutto di fondi.

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15 Risposte a ““Studenti meridionali vero serbatoio della classe dirigente””

  1. Nulla di cui stupirsi. Sono molti di più a farlo, e per questo sono molti di più a vincerlo. C’è da chiedersi una cosa però: come fanno le “povere famiglie del sud a mantenere tutti questi figli fouri sede? forse perchè non sono cosi povere?

    1. o forse perchè ci sono le borse di studio? i sacrifici? io sono stato fuori sede anche all’estero e ho sempre studiato e lavorato..

  2. le famiglie del nord “ricche” non si possono permettere di far studiare i propri figli fuori sede..

  3. che poi ho fatto una ricerca..e il test si riferisce alla cattolica di ROMA..a milano medicina non c’è..niente di più facile che ci siano di questi risultati, di settentrionali non ce n’erano!

    1. l’articolo completo di Barbarano che per motivi di copyright non posso copiaincollare, è più preciso e specifico e indica anche altre facoltà. Ed informati meglio i test di Medicina della Cattolica solitamente si tengono a Roma, Milano ed in una città del sud. L’articolo di Barbarano si riferisce ai test tenutisi a MILANO anche se la facoltà la si frequenta a Roma.

      1. ma è la stessa cosa. le ricche famiglie settentrionali non si possono permettere di mandar i figli fuori sede. Solo i figli dei miei amici ricchi lo hanno fatto. Questa dell’invasione nelle università è una cosa che mi dicono vada avanti da anni e il motivo è solo economico. Le famiglie del sud sono più ricche, cosa che io dico da anni.( e come me tanti altri). L’articolo di barbano l’ho letto. Finalmente un ammissione: ” i meridionali sono la classe dirigente”. Sai che novità..

        1. Luca quello che però intendo rilevare io, prendendo spunto dall’articolo di Babano è: ma perchè non miglioriamo gli atenei del sud, invece di toglier loro fondi? Perchè continuano (ti ricordi la Fornero e Monti?) a santificare l’emigrazione invece di favorire la permanenza delle giovani e brillanti menti in loco? Ovviamente parlo di emigrazione di necessità non di piacere o libera scelta. La causa di tutti i mali? L’assistenzialismo con finalità di clientela.

          1. fornero e monti santificavano l’emigrazione dal sud? me lo sono perso. Sui fondi agli atenei non metto bocca, non so nulla.
            E quindi ti chiedo: a causa dei pochi fondi nelle facoltà del sud i posti per medicina sono di meno?

          2. Tra una casa bella e colorata con tutti i confort ed una vecchia, malandata e senza colore, tu quale scegli?

      2. si ma l’articolo dice che il 60 per cento dei candidati era del sud. Aggiuncici quelli del centro..di settentrionali ce n’erano pochi. Il motivo lo so bene, nella mia zona i ragazzi stanno tutti emigrando in svizzera o in germania a fare i tecnici o gli operai..

        1. Nell’articolo originale sono segnate le città anche dei candidati..sono proprio tutti meridionali, con prevalenza di calabresi se non ricordo male..
          Sull’emigrazione estera me ne darai atto lo scrivo anche io 🙂

          1. quindi più del 60 per cento dei candidati?
            certo, ho visto anche un servizio a piazzapulita lunedi scorso dove si parlava dei siciliani in germania. Però era gente adulta, non ragazzi.( anche se non cambia niente, forse è pure peggio)

          2. scusa se ti sto invandendo di commenti il post, prometto che per qualche settimana non commento più. Cioè se quasi tutti gli studenti erano del sud, l’articolo in se è un pò fuorviante, non trovi? cioè si è vero che tra i migliori ci sono loro, ma se quasi tutti i partecipanti erano del sud non c’è una gran gara..
            però forse come hai detto tu prima l’articolo l’hai pubblicato per denunciare la fuga degli studenti migliori del sud dagli atenei meridioanli, con conseguente danno economico per il sud.

          3. Quello che io vado scrivendo da 2 anni e che oggi finalmente viene recepito pure da quotidiani che chissà prima a cosa pensavano (basta leggere il blog dalla sua fondazione) è : caro stato italiano, come vedi, a dispetto del tuo sistema di valutazione , farlocco e in male fede, orientato alla non valorizzazione delle eccellenze (anche accademiche ma non solo) del Mezzogiorno, con l’effetto reale di una (inconsapevole?) fuga di cervelli che sarebbero la salvezza del Mezzogiorno, i suoi studenti vanno altrove e passano pure i test d’ingresso.Al netto delle considerazione su quegli enti e strutture che non meritano fondi, anziché tagliare indiscriminatamente (tanto quelli devono emigrare, come sostenne un vecchio ministro) perché non finanzi, ma bene, con criterio, quelle eccellenze che meritano (non quelle che creano mafie universitarie?)? Penso ad esempio al politecnico di Bari..
            È dal 1861 che dal Sud si emigra. Chi emigra, salve rare eccezioni, crea pil e valore aggiunto ovunque si reca. E paga le tasse nel luogo in cui è emigrato. Al sud restano case vuote e una miseria sempre crescente. Che inevitabilmente prima o poi raggiungerà anche la dimora del re…

            ps: è lo stato idiota ad esempio sacrifica lo studio della storia dell’arte in un paese che ha i più della metà del patrimonio artistico mondiale. “eh ma voi potreste vivere di turismo” ..ma se non formi operatori e menti orientate (imprenditorialmente e non solo speculativamente) alla valorizzazione dei beni culturali, si improvvisa? Continuiamo ad andare avanti “arrangiandoci”?

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