Taranto: i tumori? colpa delle sigarette di contrabbando

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Dopo le sagge opinioni del Ministro della salute Lorenzin sugli stil di vita sbagliati dei Campani, addotte come spiegazione all’elevata incidenza di tumori nella “terra dei fuochi”, oggi è il turno del commissario straordinario dell’Ilva di Taranto, Bondi, il quale mette nero su bianco che «i criteri adottati e Ia procedura valutativa seguita dall’Arpa e dalla Regione Puglia nel rapporto sulla valutazione del danno sanitario dello stabilimento Ilva di Taranto presentino numerosi profili critici, sia sotto il profilo dell’attendibilita scientifica, sia sotto il profilo delle conclusioni raggiunte».

In particolare I consulenti di Bondi ripescano tesi già utilizzate in passato dall’Ilva e dalla famiglia Riva, la più singolare – e che però fa capire bene quale sia il livello dello scontro – riguarda la diffusione del tumore al polmone tra i tarantini. Diffusione, secondo gli esperti di parte, non dovuta agli effetti dei fumi prodotti dall’acciaieria più grande d’Europa ma agli stili di vita dei tarantini perché «è noto che a Taranto, città portuale, la disponibilità di sigarette era in passato piu alta rispetto ad altre aree del Sud Italia dove per ragioni economiche il fumo di sigaretta era ridotto fino agli anni ’70»

L’articolo completo:

La Gazzetta del Mezzogiorno.it.

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