Volete i nomi di chi ha inquinato? Eccone uno.

La vox populi della terra dei fuochi ha lanciato un interessante paradosso: “insomma gli unici ad essersi pentiti per i rifiuti tossici interrati, sono stati i delinquenti. Ma i politici che secondo i pentiti, erano conniventi e gli industriali che utilizzavano i servizi offerti dalla camorra?”

E via la domanda, più frequente: “a chi appartengono quei rifiuti?”

Una risposta c’è e già da un pò di tempo.

SI tratta dell”Acna di Cengio, un’azienda chimica ligure che si occupava di coloranti.

Sapete dove sono andati a finire 30 mila e 600 tonnellate di rifiuti tossici dell’Acna di Cengio, tra il 1987 e il 1991? A Giugliano, in Campania.Un inquinamento che perdurerà fino al 2080, col picco nel 2064.

Così scrive il Fatto Quotidiano:

Chi vive a Mugnano, Sant’Antimo, Qualiano e Parete è condannato a fare i conti con le 341.000 tonnellate di rifiuti pericolosi, di cui 30.600 provenienti dall’Acna di Cengio, sversati nella discarica Resit e ora seppelliti ad una profondità di 12 metri; secondo la perizia del geologo Giovanni Balestri, incaricato dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Napoli, entro il 2064, penetrando attraverso il tufo, i veleni contamineranno la falda acquifera sottostante. Dalla Resit, località Scafarea, è partita la contaminazione che ha già inquinato i pozzi dell’aria agricola circostante.

Dagli anni ‘80 alla metà degli anni ’90 il boss Bidognetti, tramite la società Ecologia 89, ha illegalmente smaltito nel giuglianese 800.000 tonnellate di rifiuti, provenienti da aziende del Nord, come l’Acna di Cengio; sono le 57.000 tonnellate di percolato derivatene a minacciare le falde acquifere.

La stessa azienda anni prima aveva sversato gli scarti della lavorazione, nel fiume Bormida:

« Hai mai visto Bormida? Ha l’acqua color del sangue raggrumato, perché porta via i rifiuti delle fabbriche di Cengio e sulle rive non cresce più un filo d’erba. Un’acqua più porca e avvelenata, che ti mette freddo nel midollo, specie a vederla di notte sotto la luna. » (Beppe Fenoglio, Un giorno di fuoco, Einaudi)

 

Per fortuna, almeno secondo quanto si apprende da Wikipedia, per gli abitanti della Val Bormida sono in corso attività di recupero ambientale: Attualmente è in corso la bonifica del sito, il cui completamento è previsto per il 2013/14. Con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 marzo 1999 è stato istituito un “Commissario Delegato per lo stato di emergenza nel territorio di Cengio in ordine alla situazione di crisi socio-ambientale. La gestione commissariale è stata condotta fino al 2005 dal dott. Stefano Leoni, nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 5 giugno 1999, n. 2986. Il regime commissariale è nel frattempo cessato. (Wikipedia)

Per gli abitanti del giuglianese, chissà.

Ecco, se vi state infervorando e state cercando l’indirizzo dell’Acna di Cengio per organizzare una manifestazione di protesta, beh mettetevi l’anima in pace. L’azienda ha chiuso nel 1999 (dopo 117 anni, lo stabilimento chiuse e i restanti 230 lavoratori vennero messi in cassa integrazione. Wikipedia)

E’ forse per questo che conosciamo il nome del proprietario dei rifiuti tossici sversati. Negli altri casi? Shhh…omissis

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