Al Nord la mafia non esiste

Lo scrivo costantemente contraddetto da qualche lettore. Al Nord la mafia ormai ha attecchito perchè si presenta con l’abito sartoriale e la vocazione del business man. Con il fiume di liquidità lordato di sangue ci campano in tanti, dalle banche del territorio ai ad avvocati, notai e commercialisti locali, fino a tutti coloro che vengono assunti dalle imprese che si muovono nell’economia legale. E il Pil del Paese, si incrementa perfino.

Sono anni che le istituzioni a settentrione rispetto al Garigliano, in tantissimi casi, si afffrettano a precisare che la criminalità organizzata è solo un fenomeno regionale, etnico, da terroni, insomma.

Dicendolo ne favoriscono, consapevolmente o incosapevolemente, il radicamento che coinvolge professionisti e “indotto” che di meridionale ha poco o nulla.

L’ultima vicenda ha colpito il sindaco di Brescello, Marcello Coffrini, che, nelle ultime ore ha rimesso il proprio mandato. Il sindaco che a proposito del boss Aracri, mammasantissima della ‘ndrangheta in Emilia ha dichiarato: “La criminalità organizzata? A Brescello non c’è” negando che ci siano “mai state denunce per estorsione o ricettazione”.

Ma il peggio lo ha aggiunto dopo quando ha dichiarato: “E’ lui Francesco Grande Aracri. E’ gentilissimo, molto tranquillo. Parlando con lui si ha la sensazione di tutto tranne che sia quello che dicono che sia. Lui è uno molto composto ed educato che ha sempre vissuto a basso livello. La famiglia qui ha un’azienda che adesso è riuscita a ripartire: fanno i marmi. Mi fa piacere che siano ripartiti”.

Se tali parole fossero state pronunciate in Campania, Sicilia o Calabria si sarebbe levato un coro indignato. Sociologi, editorialisti, maestrine dalla penna rossa ci avrebbero spiegato che il Sud ormai è fuori controllo, che nessuno manifesta contro le mafie, che i boss vengono protetti; il solito coro, impregnato dall’eco lontana della Legge Pica, che avrebbero snocciolato il consueto rosario di luoghi comuni, dal sapore tipicamente manicheo.

Per fortuna le dichiarazioni del sindaco hanno avuto una vasta eco e quindi la polemica ha sortito l’effetto della presentazione delle dimissioni. Ma, parliamoci chiaro, il pensiero del sindaco è forse unico ed isolato? Quanto indotto fa muovere la mafia al Nord? Siamo certi che l’opinione di Coffrini non sia anche quella dell’uomo della strada, al quale alla fine interessa solo che nessuno spari sotto casa e non ci sia la macabra visione ei morti ammazzati e della mano militare che tiene sotto scacco e soggezione il Sud?

Lo ripeto, come faccio spesso, nessun fenomeno criminale attecchisce e si radica se non ha in loco un’accondiscendenza ed una tolleranza che è, talvolta, entusiasta accettazione. Addurre come esimente l’aspettativa del mafioso con lupara e coppola è solo un alibi che serve a tacitare le coscienze dei finti ingenui, cui, il volto pulito della Mafia spa, fa comodo.

Se “giù al Sud” alle mafie fu delegato il controllo del territorio, che ancora dura, con logiche militari e violente, al Nord questo non accade, perchè non ve n’è bisogno. Ma più elementi (a cominciare dal traffico di rifiuti verso la Campania, col patto tra aziende settentrionali e monnezza criminale) danno la certezza di un ruolo centrale di camorra, mafia, ndrangheta nel muovere, in certi territori, un’ economia messa in ginocchio dalla crisi e, soprattutto, di essere un player fondamentale, soventei, nelle scelte che riguardano la politica locale. Fino ad influenzarla pesantemente.

Spesso si rimprovera alla società civile meridionale scarso allarme e denuncia verso i fenomeni mafiosi, dimenticando che la quasi totalità degli anticorpi alle mafie sono tutti meridionali. Continuare a tuonare che al Nord non occorra il vaccino, in base a (non fondate) ragioni di carattere geografico e culturale, consente solo alla malattia di infettare l’intero organismo.